Si è svolta questa mattina, nella Sala delle Armi del Foro Italico, la cerimonia di consegna dei Collari d’Oro al merito sportivo 2025. I premiati con i Collari d’Oro paralimpici 2025 sono: Giacomo Bertagnolli con la guida Andrea Ravelli e René De Silvestro (sci alpino); Emanuel Perathoner (snowboard); Federico Andreoli con la guida Francesco Di Felice, Fabrizio Cornegliani e Claudia Cretti (paraciclismo e paraciclismo su pista); Assunta Legnante, Marco Cicchetti, Ambra Sabatini e Carlo Fabio Marcello Calcagni (atletica leggera); Simone Barlaam, Antonio Fantin, Stefano Raimondi, Federico Bicelli, Alberto Amodeo, Monica Boggioni, Arjola Trimi e Gabriele Lorenzo (nuoto); Mattia Galvagno, Andrea Jacquier, Edoardo Giordan, Gianmarco Paolucci e Andreea Jonela Mogos (scherma in carrozzina); e la SSD Santa Lucia. Presenti alla cerimonia il ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi, il presidente del Coni Luciano Buonfiglio ed il presidente del Cip-Comitato italiano paralimpico Marco Giunio De Sanctis, oltre che i ministri Antonio Tajani, Matteo Piantedosi, Giancarlo Giorgetti e diversi presidenti di federazioni, oltre che Giovanni Malagò e i rappresentanti della Fondazione Milano Cortina 2026. “Il merito è la parola chiave di questa giornata – ha detto Abodi –. Lo sport è impegno, responsabilità e vita, la medaglia più preziosa che ci è stata affidata. Ricordiamo con commozione Mattia Debertolis e Matteo Franzoso, due atleti che non ci sono più. L’Italia sarà pronta il 6 febbraio per Milano Cortina 2026, grazie al lavoro di tanti uomini e donne nei cantieri olimpici”. Il presidente del Coni Buonfiglio ha sottolineato “il valore del lavoro di squadra: nessuno vince da solo. Dietro ogni atleta c’è una famiglia, un tecnico, una comunità. Continuiamo a essere protagonisti a livello mondiale e a investire non solo in medaglie, ma nel valore sociale dello sport”. “Celebriamo insieme i grandi atleti, olimpici e paralimpici – ha aggiunto De Sanctis –. Milano Cortina sarà un momento storico, come Torino 2006. Lo sport genera un cambiamento culturale e sociale, ma servono strutture accessibili e tecnici preparati, perché lo sport è un diritto per tutti”. “Ogni vittoria – ha ricordato Tajani – contribuisce a far conoscere l’Italia nel mondo. Gli atleti sono ambasciatori del nostro Paese e motore di crescita nazionale.”