Premio Luchetta: Ruffini (Dicastero Comunicazione), “una comunicazione che raccontando disarma”

(Foto Premio Luchetta)

“Una comunicazione che racconta, dunque, che informa, e che raccontando disarma”. Lo scrive il prefetto del Dicastero per la Comunicazione, Paolo Ruffini, in una lettera alla Fondazione Luchetta-Ota-D’Angelo-Hrovatin e agli organizzatori del Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta. Ruffini richiama il valore di un giornalismo che narra “con particolare sensibilità le violenze e le sopraffazioni di cui sono vittima i più indifesi, i bambini e le bambine”, proteggendoli “in quel limbo dove la legge raramente arriva, sulle rotte dei migranti”. Ricorda “chi ha perso la vita per trasmettere questo racconto”, animato da “un’urgenza così profonda”. Quindi, il prefetto nota che negli anni ’90 “si sentì lo scandalo per la morte degli inviati nei conflitti nei Balcani, in Somalia”, mentre oggi il mondo “si è fatto più frammentato”. Cita Papa Leone, che riconosce nei testimoni che raccontano la guerra “anche a costo della vita” il coraggio di difendere dignità e diritto all’informazione, e richiama Papa Francesco: “Non serve una comunicazione fragorosa” ma “una comunicazione capace di ascolto” che “disarmi le tempere”. E conclude: “Una vera comunicazione, un vero giornalismo, non esiste fuori dal tempo e dalla storia, una vera comunicazione, un vero giornalismo, sa accogliere il dolore, specie dei piccoli, dei deboli, e dargli un senso, sa guardare in faccia alla realtà, senza sconti, senza ipocrisie, sa descrivere il male senza lasciarsi sopraffare, sa disarmare i cuori perché vede l’umano, anche nel nemico”.

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