Medici con l’Africa Cuamm: festa per i 75 anni. Mattarella: “La solidarietà è antidoto all’indifferenza”. E ricorda i fondatori e don Mazzucato

(Foto Cuamm)

“Siamo qui per festeggiare i 75 anni di Cuamm: una ricorrenza felice non solo per il valore di questa impresa, ma anche per Padova e per tutti coloro che hanno ricevuto le vostre cure e sono stati formati nelle vostre scuole”. Così si è espresso il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accolto con una standing ovation all’annuale incontro del Cuamm, a Padova. “75 anni di crescita in comunità in territori svantaggiati dell’Africa sono un valore per tutta l’Italia, di cui siete straordinari ambasciatori. Ha un grande significato ciò che il Cuamm esprime per contrastare guerre e conflitti, alimentati dalla paura. La vostra opera lancia un messaggio di esortazione e provocazione, perché tutti sono chiamati a costruire pace, amicizia, collaborazione”. Mattarella ha sottolineato: “75 anni fa è iniziata la storia del Cuamm con i fondatori, Francesco Canova e il vescovo Girolamo Bortignon. I Paesi dell’Africa sub-Sahariana erano ancora sotto dominio coloniale e in Italia non esisteva un quadro normativo per la cooperazione. Cuamm si è fatto pioniere in questo: la sfida era alta e il progetto ambizioso, ma l’energia e la tenacia di don Luigi Mazzucato hanno reso possibile il sogno dei promotori, e a 10 anni dalla morte lo ricordiamo con affetto crescente. Lui soleva dire che amicizia e senso di comunità tengono acceso il motore del Cuamm, un motore che ha consentito di attraversare decenni di cambiamenti. Ogni passo avanti è stato anticipato e intravisto dalla generosità dei medici, sostenitori e operatori Cuamm”.

Il Presidente della Repubblica ha poi osservato: “Oggi più che mai il futuro dei due continenti e dei popoli è sempre di più interconnesso e il Piano Mattei è un passo verso questa cooperazione. La solidarietà è antidoto all’indifferenza, e Cuamm è stata la prima Ong italiana riconosciuta in campo sanitario. Quella legge fu firmata da Aldo Moro, che da giovane diceva che era importante ‘avere fame e sete di giustizia’. Questo insegnano le donne e uomini del Cuamm: far crescere la consapevolezza della dignità inviolabile e del rispetto di ogni persona”.

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