“La speranza cristiana non è qualcosa, è un evento. La speranza cristiana è una persona, Gesù Cristo. E se vuole essere autentica deve farsi carico di tutte le smentite accumulate nella storia”. Lo ha detto monsignor Calogero Peri, vescovo di Caltagirone e membro di presidenza di Caritas italiana, intervenendo oggi pomeriggio a Roma alla presentazione del volume “Le parole del Giubileo” (Edb), realizzato da Caritas italiana insieme al Forum Disuguaglianze e Diversità. Il vescovo ha invitato a distinguere tra speranze “che hanno vita breve” e “la speranza, che invece ha vita lunga”, citando l’arte cristiana nata nelle catacombe “laddove c’era la morte”: “”Noi cristiani – ha precisato – speriamo a partire da un futuro (il fine) che è diventato il principio della speranza. Una speranza che aggiunge futuro al presente, aggiunge il futuro del tempo, ossia eternità, compimento, pienezza. Oltre quella cristiana ci sono invece speranze che iniziano e finiscono”. Su come comunicare la speranza nel mondo contemporaneo il vescovo di Caltagirone ha osservato: “Dobbiamo comunicare la speranza di un incontro che avendo cambiato la vita cambia anche la via. Noi non attendiamo la speranza ma siamo attesi dalla speranza, che ci permette di vivere nel mondo da liberi e non da schiavi”.