Leone XIV: “i politici e la Chiesa ascoltino i movimenti popolari”

“Lungo i secoli di storia cristiana, l’aiuto ai poveri e la lotta per i loro diritti non hanno riguardato soltanto i singoli, alcune famiglie, le istituzioni o le comunità religiose. Ci sono stati, e ci sono, diversi movimenti popolari, costituiti da laici e guidati da leader popolari, tante volte sospettati e addirittura perseguitati”. A sottolinearlo è il Papa, nel terzo capitolo della “Dilexi te”. “Quando le diverse istituzioni pensano ai bisogni dei poveri – la tesi di Leone XIV, sulla scorta di Papa Francesco – è necessario che includano i movimenti popolari e animino le strutture di governo locali, nazionali e internazionali con quel torrente di energia morale che nasce dal coinvolgimento degli esclusi nella costruzione del destino comune”. I movimenti popolari, infatti, “invitano a superare quell’idea delle politiche sociali concepite come una politica verso i poveri, ma mai con i poveri, mai dei poveri e tanto meno inserita in un progetto che riunisca i popoli”. “Se i politici e i professionisti non li ascoltano – il monito – la democrazia si atrofizza, diventa un nominalismo, una formalità, perde rappresentatività, va disincarnandosi perché lascia fuori il popolo nella sua lotta quotidiana per la dignità, nella costruzione del suo destino. Lo stesso si deve dire delle istituzioni della Chiesa”.

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