“Essere, col vostro spogliarvi di tutto, testimoni viventi del primato di Dio nella vostra esistenza, aiutando più che potete anche i fratelli e le sorelle che incontrate a coltivarne l’amicizia”. E’ il mandato affidato ai consacrati e alla consacrate, nell’omelia della messa presieduta in piazza San Pietro in occasione del loro Giubileo. ”La storia ci insegna che da un’autentica esperienza di Dio scaturiscono sempre slanci generosi di carità, come è avvenuto nella vita dei vostri fondatori e fondatrici, uomini e donne innamorati del Signore e per questo pronti a farsi tutto per tutti, senza distinzioni, nei modi e negli ambiti più diversi”, ha affermato Leone XIV, mettendo in guardia da chi, come ai tempi del profeta Malachia, dice: “È inutile servire Dio”. “È un modo di pensare che porta ad una vera e propria paralisi dell’anima, per cui ci si accontenta di una vita fatta di istanti sfuggenti, di relazioni superficiali e intermittenti, di mode passeggere, tutte cose che lasciano il vuoto nel cuore”, il monito del Papa, secondo il quale “per essere veramente felice, l’uomo non ha bisogno di questo, ma di esperienze d’amore consistenti, durature, solide, e voi, coll’esempio della vostra vita consacrata, come gli alberi rigogliosi di cui abbiamo cantato nel Salmo responsoriale, potete diffondere nel mondo l’ossigeno di tale modo di amare”.