Giubileo del mondo educativo: mons. Giuliodori, “tenere le porte aperte anche di fronte alla tentazione di chiuderle”

“La porta del cuore, la porta degli affetti e dei legami, la porta dell’ateneo”. Attorno a queste tre porte si è articolata l’omelia di mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, durante la messa presieduta nella basilica di San Pietro dopo aver partecipato al Giubileo del mondo educativo con il Papa, in piazza. “Quanto è difficile vivere in una società segnata dall’individualismo e dall’egoismo!”, ha esclamato il vescovo, secondo il quale “abbiamo bisogno di una continua conversione, di un permanente stile giubilare”. Attraverso la porta degli affetti e dei legami, ha spiegato Giuliodori, “si esprime il senso profondo della nostra esistenza”: “Molteplici e diversi sono le relazioni che danno forma alla nostra vita: da quelli più profondi maturati nella realtà familiare a quelli più diversi che si manifestano nelle amicizie fino ai tanti rapporti sociali che ci vedono impegnati nella costruzione del bene comune. Porte esistenziali che attraversiamo ogni giorno, cariche di aspettative e speranze ma segnate anche da delusioni, amarezze e sofferenze”. “Siamo qui per ripensare anche alla bellezza e alla fatica di tenere le porte aperte anche di fronte alla tentazione di chiuderle”, il monito: “Essere pellegrini di speranza significa, da una parte, aprire sempre con coraggio e decisione la porta al bene e, dall’altra, di chiuderla con fermezza al male”. “Molte porte si sono aperte per la nostra Università, in oltre cento anni di storia, grazie alla fede, all’intelligenza e alla passione di tutti coloro che, a partire dai nostri fondatori, P. Agostino Gemelli e la Beata Armida Barelli, fino ai nostri giorni, hanno tenuta spalancata con fede e coraggio la porta di Cristo sulla ricerca costante della verità, sul servizio allo sviluppo sociale nei diversi campi del sapere e dell’agire umano, sulla sfida educativa per dare in ogni stagione alle nuove generazione gli strumenti utili per essere protagonisti di una società più giusta, accogliente e pacifica”, il riferimento alla storia dell’ateneo: “Oggi qui, sulla Cattedra di San Pietro, rinvigoriamo la nostra speranza e rinnoviamo il nostro impegno per rendere l’Ateneo dei cattolici italiani uno strumento sapiente ed efficace per la missione della Chiesa nel nostro tempo. Facciamo nostro lo Spirito e lo stile indicato da Papa Leone nella lettera Apostolica per il 60mo della Gravissimum Educationis: ‘siate servitori del mondo educativo, coreografi della speranza, ricercatori infaticabili della sapienza, artefici credibili di espressioni di bellezza’”. All’incontro del Papa con gli educatori hanno partecipato circa 2500 persone dell’Università Cattolica, la metà studenti, convenuti da tutte le sedi dell’Università – Milano, Brescia, Piacenza, Cremona e Roma – guidati dalla rettrice, Elena Beccalli.

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