L’ong Reporter senza frontiere (Rsf), con i suoi partner in loco, l’Associazione dei giornalisti di El Salvador (Apes) e l’Associazione salvadoregna di radiodiffusione partecipativa (Arpas), lanciano un forte allarme in difesa della libertà di stampa nel Paese centroamericano, dove il Governo del presidente, Nayib Bukele, si sta sempre più affermando come un’autocrazia. In particolare, l’ong ha documentato 53 casi di esilio forzato di giornalisti salvadoregni, negli ultimi sei mesi. Anche l’Apes, una delle principali organizzazioni che difendono la libertà di stampa nel Paese, è stata costretta ad abbandonare il territorio nel maggio 2025. “I giornalisti sono stati soffocati: prima dalla persecuzione e dalla minaccia di carcere, poi dal soffocamento finanziario”, ha spiegato Sergio Aráuz, presidente dell’Apes, attualmente in esilio.
Secondo Rsf, “persecuzioni giudiziarie, sorveglianza poliziesca, campagne di odio e cyberbullismo costituiscono un modello repressivo che si è intensificato dal maggio 2025. Questa ondata ha costretto i giornalisti salvadoregni a fuggire, distruggendo intere redazioni, come quella della rivista digitale Mala Yerba, che ha dovuto cessare le sue attività, dopo l’esilio di tutto il suo personale. La maggior parte del team di El Faro ha dovuto trasferirsi in Costa Rica, dopo aver ricevuto avvertimenti su un’imminente operazione di polizia contro di loro. Alla sorveglianza e alle intimidazioni si aggiungono gli attacchi misogini contro le giornaliste, come dimostra il caso di Loida Martínez Avelar, della rivista Factum, che ha lasciato il Paese dopo mesi di molestie per un’indagine sulla corruzione nel Ministero della Salute”. Anche le radio comunitarie sono state particolarmente oggetto di frequenti perquisizioni, confisca di attrezzature e vessazioni da parte della polizia, oltre ad affrontare grandi difficoltà nel lavorare dall’esilio.
Artur Romeu, direttore Rsf per l’America Latina, “esorta il governo di Nayib Bukele a porre immediatamente fine alle persecuzioni giudiziarie contro i giornalisti, ad abrogare la legge sugli agenti stranieri e altre normative repressive e a garantire la sicurezza della stampa”. Invita inoltre la comunità internazionale a “riconoscere l’urgenza di questa crisi e ad aumentare la pressione su l’El Salvador affinché rispetti la libertà di stampa”.