Nell’ultimo giorno di plenaria a Strasburgo, il Parlamento europeo affronta il tema della violenza di genere, concentrandosi sulla vulnerabilità di donne e ragazze. Secondo il commissario Dan Jørgensen, intervenuto in emiciclo, il contrasto alla violenza di genere costituisce “un pilastro dell’attuale strategia per la parità di genere” in Europa. “Negli ultimi cinque anni abbiamo compiuto progressi storici, primo fra tutti l’adesione dell’Ue alla Convenzione di Istanbul” che vincolano i Ventisette “ai più alti standard internazionali nella lotta contro la violenza sulle donne”. Il Parlamento ha da poco adottato la prima legge europea per contrastare la violenza di genere, una direttiva con cui – sottolinea Jørgensen – “gli stessi elevati standard di prevenzione, protezione e sostegno alle vittime si applicheranno in tutta l’Ue”. Le nuove regole mirano a fornire un sostegno concreto alle madri vittime di violenza domestica che hanno bisogno di fuggire da una relazione violenta, trovando rifugi e alloggi temporanei sicuri per sé e per i propri figli. “La direttiva – continua il commissario – prende di mira alcune specifiche forme di violenza, incluso il matrimonio forzato che rappresenta una forma di sfruttamento sessuale”. Il lavoro però non si esaurisce qui. “Finché i giornali continueranno a riportare casi di femminicidio, violenza domestica e violenza sessuale, non potremo fermarci”. A marzo la Commissione ha presentato la roadmap per i diritti delle donne che “sarà alla base di iniziative politiche concrete” tra cui parità salariale, pari condizioni lavorative e un giusto equilibrio tra vita professionale e privata. “Abbiamo già compiuto passi importanti in queste direzioni, ma ora dobbiamo assicurarci che queste norme diventino realtà in tutti gli Stati membri. Solo allora donne e uomini potranno prosperare in modo uguale nelle nostre società”.