Morti in mare: Ass. Don Bosco 2000, “Europa e governo italiano complici delle stragi nel Mediterraneo”

(Foto ANSA/SIR)

Quaranta persone, tra cui neonati, hanno perso la vita al largo della Tunisia dopo che la loro imbarcazione si è capovolta al largo della costa di Salakta. “È una tragedia che grida giustizia e vergogna. L’Europa e i Paesi occidentali, Italia compresa, portano una responsabilità diretta in queste morti – commenta Associazione Don Bosco 2000 di Piazza Armerina. – Non si può continuare a parlare di ‘difesa dei confini’ mentre il Mediterraneo è diventato una tomba a cielo aperto”. “Ogni volta che un barcone affonda – si legge in un comunicato dell’associazione – muore un pezzo della nostra umanità. Nessuna vita dovrebbe essere perduta nel tentativo di cercare speranza”. Eppure, denuncia la Don Bosco 2000, “le scelte dei governi europei — e del governo italiano — continuano a essere improntate su respingimenti, accordi con regimi che violano i diritti umani e campagne di paura”. Nel 2023 la Tunisia ha firmato un accordo da 255 milioni di euro con l’Ue per fermare le partenze – ricorda il comunicato -. Ma nel 2025 le rotte sono tornate a riempirsi. Segno che i soldi e i muri non fermano la disperazione. Le persone continuano a fuggire da guerre, fame, disuguaglianze e crisi ambientali”. “L’Italia, che dovrebbe essere il cuore solidale del Mediterraneo, oggi partecipa a politiche che negano il soccorso e alimentano la tragedia. È tempo di cambiare rotta – conclude l’associazione -. Serve un impegno vero, comune e umano per salvare vite e affrontare le cause delle migrazioni. Basta morti nel Mediterraneo. Nessun governo può dirsi civile finché lascia morire bambini in mare”.

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