Aumenta di giorno in giorno il bilancio delle vittime e delle popolazioni coinvolte nell’ondata di maltempo che ha investito, nelle ultime settimane, il Messico centrale e occidentale, in particolare gli Stati di Veracruz, Puebla e Hidalgo, Querétaro e San Luis Potosí. Particolarmente devastanti le piogge cadute nella parte settentrionale dello Stato di Veracruz (soprattutto le città di Poza Rica, Tihuatlán, Álamo Temapache e Papantla), dove l’esondazione del fiume Cazones ha distrutto colture e case, e mietuto vite umane. Le autorità federali hanno confermato, a oggi, la morte di 78 persone, mentre 23 risultano disperse. Più di 100.000 persone sono state colpite, con migliaia di case danneggiate e intere comunità che rimangono isolate. Di fronte a tale situazione, la Conferenza episcopale messicana, in un messaggio diffuso ieri ha rinnovato “la sua vicinanza spirituale” alle popolazioni coinvolte, e rivolto un appello a tutti i fedeli: “Come Chiesa non limitiamoci alle parole, agiamo”. Prosegue l’episcopato: “Dal primo giorno, la Commissione episcopale per la Pastorale sociale e Caritas, attraverso la sua rete nazionale, ha coordinato la ricezione, incanalamento e distribuzione di aiuto umanitario. Lo scopo è arrivare in maniera diretta e trasparente a coloro che ne hanno più bisogno”. Si, legge, poi, nella nota: “Rivolgiamo un appello rispettoso alle autorità dei tre livelli di governo, affinché implementino con efficienza e diligenza i programmi di attenzione. È fondamentale che si ristabiliscano i servizi di base, si ricostruisca l’infrastruttura danneggiata e si stabiliscano piani integrali che restituiscano la fiducia, la sicurezza e la dignità alle famiglie colpite”.