Leone XIV: ai movimenti popolari, serve “etica della responsabilità” per superare “l’idolatria del profitto”

“I dinamismi del progresso vanno sempre gestiti attraverso un’etica della responsabilità, superando il rischio dell’idolatria del profitto e mettendo sempre l’uomo e il suo sviluppo integrale al centro”. Ne è convinto il Papa, che nel suo primo discorso ai movimenti popolari ha ricordato come l’“umano” è al centro della visione di sant’Agostino di un’etica della responsabilità: “Egli ci insegna come la responsabilità, specialmente nei confronti dei poveri e di coloro che hanno bisogni materiali, nasce dall’essere umani con i propri simili e, quindi, dal riconoscimento della nostra comune umanità”. “Poiché condividiamo tutti la stessa umanità, dobbiamo assicurarci che le ‘novità’ siano gestite in modo adeguato”, la proposta di Leone XIV, secondo il quale “la questione non dovrebbe rimanere nelle mani delle élite politiche, scientifiche o accademiche, ma dovrebbe invece riguardare tutti noi”. “La creatività di cui Dio ha dotato gli esseri umani e che ha generato grandi progressi in molti ambiti, non è riuscita ancora ad affrontare al meglio le sfide della povertà e, perciò, non è riuscita a invertire la rotta sulla drammatica esclusione di milioni di persone che rimangono ai margini”, la tesi del Pontefice: “Questo è un punto centrale nel dibattito sulle ‘cose nuove’”. “Quando il mio predecessore Leone XIII scrisse la Rerum novarum alla fine del XIX secolo, non si concentrò sulla tecnologia industriale o sulle nuove fonti di energia, ma piuttosto sulla situazione dei lavoratori”, ha osservato il Papa. “È qui che risiede la forza evangelica del suo messaggio: l’attenzione principale era rivolta alla situazione dei poveri e degli oppressi di quel tempo. E, per la prima volta e con assoluta chiarezza, un Papa disse che le lotte quotidiane per la sopravvivenza e per la giustizia sociale erano di fondamentale importanza per la Chiesa”.

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