Influenza: Società italiana pediatria, parte dai banchi di scuola la campagna di prevenzione

Ogni inverno in Italia 1 bambino su 4 è colpito dall’influenza, che generalmente si manifesta con febbre, malessere generale, sintomi respiratori e che, in alcuni casi, può comportare complicanze come otiti e polmoniti. I bambini non sono solo i più esposti al contagio, ma sono anche potenziali “amplificatori” del virus: dal banco di scuola l’influenza si propaga facilmente a fratelli, genitori e nonni, più fragili per età o condizioni di salute. Per favorire una maggiore protezione dei più piccoli e dell’intera società, nonché una più ampia consapevolezza dei comportamenti preventivi, la Società italiana di pediatria (Sip) dà il via a “Copriamoli bene… con la prevenzione”, la campagna di sensibilizzazione e prevenzione che in questa prima edizione coinvolge oltre 900 scuole e 64mila alunni, con l’obiettivo di raggiungere famiglie e comunità educante.
La campagna parte dalle scuole: gli insegnanti sono invitati a partecipare a un corso di formazione gratuito e ricevono materiali informativi da condividere con alunni e famiglie: la cartolina motivazionale con QR code per visualizzare il videomessaggio del presidente Sip Rino Agostiniani, che mette a disposizione consigli pratici di prevenzione; la brochure che aiuta i genitori a distinguere i falsi miti dalle buone abitudini quotidiane, fornendo indicazioni immediate e accessibili. A disposizione di tutte le famiglie uno sportello telefonico gratuito istituito da Sip, attivo fino a febbraio 2026, che permette ai genitori di avere chiarimenti e risposte ai dubbi sugli strumenti di prevenzione, tra cui i vaccini. Un’iniziativa che valorizza il ruolo della scuola non solo come luogo di istruzione, ma anche come presidio di salute e  prevenzione. “Troppo spesso per l’influenza si ricorre in modo improprio agli antibiotici, che non hanno efficacia contro il virus e possono comportare effetti collaterali – spiega Agostiniani -, È molto più utile puntare sulla prevenzione con gesti semplici ma fondamentali e, quando serve, rivolgersi con fiducia al proprio pediatra”.

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