Edificata sul precedente edificio alle spalle dell’ex Seminario diocesano di via Sassari, in quella che era la struttura che ospitava le suore collaboratrici dell’Istituzione formativa, la nuova Curia diocesana è stata inaugurata questa mattina dal vescovo Mauro Maria Morfino. La nuova Curia diocesana, hanno spiegato i tecnici presenti –Gianpaolo Sanna, Mario Gesu eMarco Soggiu – che si sono fatti anche portavoce del direttore dell’Ufficio Tecnico, Marcello Demartis, è sviluppata su quattro livelli: un piano interrato con l’Archivio Corrente, un piano terra, in cui è presente l’accoglienza, la sala riunioni, la Cancelleria e un ufficio di pastorale integrata; un primo livello con l’Ufficio del vicario generale e altri Uffici; un secondo piano caratterizzato dall’Ufficio del vescovo e, ancora, altri Uffici. L’intero edificio è stato costruito nel pieno rispetto dell’ambiente, con materiali ecocompatibili, utilizzando elementi completamente isolanti che impediscano la dispersione energetica. Sul tetto sono stati installati dei pannelli fotovoltaici che alimenteranno l’energia elettrica necessaria al funzionamento degli apparati e dell’illuminazione. All’esterno, oltre a preservare e valorizzare il verde già presente, è stata realizzata una vasca di raccolta dell’acqua piovana, che ne favorirà il riutilizzo.
“La posizione dell’attuale Curia – ha spiegato Sanna – rispetto al passato risulta essere molto più centrale, grazie allo sviluppo urbanistico di Alghero, e la sua raggiungibilità è garantita dalle arterie principali che collegano Alghero sia con Bosa, sia con Macomer. Inoltre rispetto alla precedente posizione nel centro storico si è superato il problema dell’accesso (i precedenti locali si trovavano nella zona a traffico limitato), e dei parcheggi. Ora la Curia ha un doppio accesso da via Sassari e un’area parcheggi privata”.
Nel suo intervento, mons. Morfino ha spiegato le finalità del nuovo spazio ecclesiale, capace di rispondere all’obbiettivo sinodale di pastorale integrata, in cui gli Uffici collaborino costantemente tra loro e si pongano in ascolto delle persone. “Oggi ci troviamo di fronte ad una realtà elegante, sobria, molto funzionale rispetto ad una più datata nella area storica della città, che non aveva più la possibilità di dare una risposta significativa per il suo servizio. Un’intuizione non solo mia – ha riconosciuto il presule – ma frutto di un confronto costante con il Collegio dei Consultori, con il Consiglio presbiterale e con i direttori di Curia. Una ‘casa tra le case’, ben inserita e accessibile che ha richiesto un lungo percorso burocratico, ma che ha portato alla sua completa realizzazione secondo i canoni previsti e l’idea progettuale originaria”.
Richiamando le indicazioni della Sintesi del documento finale del cammino sinodale delle Chiese italiane, il vescovo ha invitato a declinare la nuova Curia nella storia della Chiesa di Alghero-Bosa e questa azione “vorrà dire mettere mano a rinnovate modalità di lavoro”. La Curia “non è stata creata per metterla in vetrina, ma perché sia una realtà da abitare, in cui lavorarci, in cui incontrarci, in cui portare anche il sentire della nostra gente, per poter elaborare qualcosa di veramente significativo, sia da un punto di vista cristiano, sia da un punto di vista antropologico”.
Il progetto, finanziato per il 75% dalla Cei, ha previsto una spesa complessiva di 1.500.347,99 euro, frutto delle generose donazioni dei firmatari dell’8×1000, nonché dei fondi diocesani e dei lasciti di diversi sacerdoti defunti. “Anche per questo motivo – ha chiosato Morfino – la Curia dovrà avere un’impronta missionaria, aperta, attenta alla realtà che la circonda. Inoltre una stretta relazione pastorale si avrà con la nascente Cittadella della Carità, in via Giovanni XXIII, nella vecchia chiesa di San Paolo, dove troveranno spazio i locali e le Opere Segno della Carità diocesana”.