Bambini: Aibi, nasce la rete “Il Bello che fa bene®” al servizio dell’infanzia abbandonata

Prende forma la rete de “Il Bello che fa bene®”, il movimento di bellezza generativa di Ai.Bi. – Amici dei Bambini – che vedrà uno dei suoi momenti più significativi il 4 dicembre 2025 con la cena di raccolta fondi organizzata al Circolo Filologico Milanese a Milano. “Il Bello che fa bene®” nasce 24 anni fa come charity dinner e negli ultimi anni sempre più aziende hanno donato alcuni dei propri prodotti più belli per sostenere direttamente i nostri progetti”, spiega Marco Griffini, presidente di Ai.Bi: “oggi quel gesto si evolve in un ecosistema dove ogni forma di bellezza – un quadro, un oggetto di design, una storia raccontata – diventa risorsa concreta per garantire a ogni bambino abbandonato il diritto di essere figlio”. Quest’anno, ad Ai.Bi. Amici dei Bambini si affiancano nell’organizzazione dell’evento tre realtà unite da una visione comune, a dimostrazione di come “competenze diverse possano convergere per massimizzare l’impatto sociale”, spiega una nota: Sprint Italia, piattaforma dedicata ai creator e ai talenti creativi, entra come partner strategico per la comunicazione, mettendo a disposizione la propria community di creator “ad alto impatto sociale, i canali social e le competenze di storytelling digitale”. E20BeRight, agenzia specializzata in exhibit design, progetta e produce l’evento e garantisce che “sia coerente con i valori promossi, realizzandolo secondo le normative ISO 20121. Un ecosistema di aziende milanesi che fa della sostenibilità un fatto concreto, dimostrando che bellezza e responsabilità possono dialogare in ogni fase organizzativa”. Yoonik, prima agenzia italiana di management per illustratori fondata nel 2022, contribuisce al progetto con 24 opere d’arte donate da artisti del proprio roster. Le opere, protagoniste dell’asta benefica, saranno esposte durante la serata del 4 dicembre e il ricavato sarà interamente destinato ai progetti di Ai.Bi., trasformando l’arte da contemplazione estetica a strumento concreto di trasformazione sociale. “Vogliamo ribaltare la concezione che vede il mondo del ‘bello’ come apice della cultura del profitto”, continua Griffini: “questa rete prova che creatività, arte e talento possono costruire futuro per chi ne ha più bisogno”. i

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