Giorno della Memoria: Rondine, “memoria non è solo esercizio di riflessione, ma impegno concreto verso il cambiamento”

(Foto ANSA/SIR)

“È fondamentale non dimenticare il passato per costruire un futuro di pace. La storia ci insegna che l’indifferenza e il silenzio alimentano divisioni e crisi, mentre il ricordo e il dialogo aprono la strada alla comprensione e alla riconciliazione”. A ribadirlo è Rondine Cittadella della pace, oggi 27 gennaio, Giorno della Memoria. “Crediamo che la memoria non sia solo un esercizio di riflessione, ma un impegno concreto verso il cambiamento – si legge in una nota –. Ogni giorno, i giovani della World House si confrontano con il conflitto e imparano a trasformarlo, da elemento distruttivo a motore di dialogo e collaborazione”. È il cosiddetto Metodo Rondine che dimostra che “anche nei contesti più difficili è possibile costruire ponti invece di muri”. A ricordare questo impegno è Samir, un giovane studente azerbaigiano della World House: “La storia ci insegna che i conflitti nascono dove le relazioni tra le persone si spezzano. Se non costruiamo ponti, il vuoto che resta alimenta l’ostilità. È così facile restare prigionieri del silenzio, delle paure, dei pregiudizi. Ma c’è un’altra via: quella del dialogo, della comprensione, del coraggio di guardare l’altro come un essere umano, non come un nemico”. Per i giovani di Rondine “ricordare significa trasformare le lezioni della storia in un atto di responsabilità e speranza. Anche il conflitto può diventare un’opportunità per costruire relazioni più profonde e consapevoli. La memoria, quella dolorosa delle guerre, trova a Rondine un luogo dove i giovani ‘nemici’ possono mettersi in gioco per un mondo senza conflitti armati, per un mondo di relazioni e di pace”. Il comunicato ricorda che stasera, 27 gennaio, (ore 18) su Rai Scuola andrà in onda il documentario realizzato a Rondine in occasione dell’evento “La scuola restituita” del 5 settembre 2022. Nell’anniversario della promulgazione delle Leggi razziali del 1938 Rondine ha restituito simbolicamente un giorno di scuola a quei bambini cui fu negato il diritto all’istruzione per la colpa di essere ebrei. Dieci testimoni della discriminazione e persecuzione fascista tornati tra i banchi accanto agli studenti di Rondine perché la memoria diventi patrimonio condiviso per costruire un futuro di pace nel primo luogo in cui nascono relazioni generative: la scuola.

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