“Ad Azzardopoli si continua a ‘giocare’ d’azzardo puntando sull’offerta che inevitabilmente crea la domanda e di fatto aumenta il numero di giocatori, aumenta la somma spesa, aumenta le perdite, aumenta le dipendenze, aumenta le attività delle mafie. E dietro aumento dell’incasso per lo Stato sono i cittadini a subirne le conseguenze”. In una nota, Libera commenta la decisione prevista dalla riforma dell’azzardo fisico (quello in agenzie, sale e esercizi commerciali), predisposta dal ministero dell’Economia, che prevede apertura di le sale slot accanto a chiese e oratori. “Ci sono costi umani e sociali che di certo superano i guadagni in termini monetari per le casse pubbliche”, osserva Libera, secondo cui “in questo contesto è ingiustificabile e irresponsabile la decisione prevista dalla riforma dell’azzardo fisico (quello in agenzie, sale e esercizi commerciali) predisposta dal ministero dell’Economia e presentata a fine ottobre a Regioni e Comuni con la riduzione drastica proprio dei luoghi sensibili(diventati inaccettabilmente due) e dove viene ridimensionato il distanziometro che attualmente, sia a livello regionale che comunale, prevede che sale dedicate e esercizi commerciali con azzardo, non possano essere aperti a una distanza inferiore a 3-500 metri da ‘luoghi sensibili’ come scuole, chiese, oratori, centri sociali, impianti sportivi, centri anziani, proprio i luoghi più a rischio. Una proposta che vanifica tante iniziative dei tanti comuni che vanno nella direzione opposta alla scelta del Governo”. Libera si domanda: “Come si può giustificare una così grande possibilità di gioco, lasciare aprire sale gioco, sale slot praticamente ovunque, senza più rispettare distanze dai luoghi sensibili che sono diventati inaccettabilmente due, tornando indietro di anni? Come è possibile che il Governo non può rendersi conto dei gravissimi danni che una praticamente totale e indiscriminata deregolazione lascia sulle persone più deboli, sulle spese per le famiglie e non ultimo sugli interessi e attività mafiose?”. Ormai, fa notare Libera, “tante operazioni della magistratura e delle forze dell’ordine ci dicono che le mafie usano il gioco legale per riciclare, per guadagnare, per controllare il territorio, per truffare lo Stato. Davanti alle scelte del Governo ci viene è da chiedersi con coscienza critica: ‘A che gioco stiamo giocando?’, o sarebbe meglio dire ‘A che gioco stanno giocando?’”.