Azzardo: “Mettiamoci in gioco”, “molto preoccupati per la bozza di decreto legislativo sul riordino del settore ‘fisico’”

“Il comparto azzardo vola verso la mirabolante cifra di 160 miliardi di euro giocati in Italia nel 2024, stabilendo un ulteriore record, arrivando quasi a raggiungere la spesa alimentare. A fronte di questo e di un aumento dei casi patologici in carico e stimati ci si aspetterebbe un intervento a tutela della salute dei cittadini e delle cittadine, con una riduzione reale dell’offerta di azzardo online e fisico e una regolamentazione che fornisca strumenti di prevenzione e contrasto alle dipendenze. E invece pare non sarà così. Siamo molto preoccupati per il contenuto della bozza di decreto legislativo sul riordino del settore azzardo ‘fisico’”. La denuncia viene dalla campagna “Mettiamoci in gioco”.
La bozza istituisce la distinzione tra punti gioco certificati e non. La differenza tra i due risiede nella formazione del personale. “Entrando nel merito – spiega la campagna -, la stragrande maggioranza delle leggi regionali in materia di azzardo già oggi prevede la formazione obbligatoria per il personale di settore. Quindi, la proposta non aggiunge nulla in termini di qualificazione, mentre elimina le distanze dai luoghi sensibili per i punti certificati. Questo, oltre a rendere vano il lavoro svolto da molte Regioni e Comuni che, in applicazione delle leggi regionali vigenti, hanno provveduto a chiudere e/o delocalizzare esercizi con gioco d’azzardo, è in netto contrasto con pressoché tutte le sentenze dei tribunali amministrativi, che hanno di fatto riconosciuto la titolarità delle Regioni a legiferare e la correlazione tra aumento di patologie e presenza di punti gioco sui territori”.
La bozza prevede anche punti gioco non certificati, introducendo per questi una distanza di 200 metri dai punti sensibili che essa stessa individua, “riducendoli solo alle scuole secondarie di secondo grado e ai SerD. Viene, quindi, ridotta la distanza anche per questi punti gioco, rispetto alla stragrande maggioranza delle leggi regionali vigenti, in più viene drasticamente ridotto il numero di luoghi sensibili”.
In ultimo, si superano anche tutte le ordinanze sindacali di riduzione degli orari di apertura a tutela della salute pubblica, introducendo fasce orarie di chiusura differenziate per esercizi certificati e non: certificati nella fascia oraria 5-8.30 e 13-15; non certificati 5-9 e 13-16.
“È del tutto evidente che in questo modo si continuerà a giocare durante tutta la notte e si aggirerà quanto prevedeva la Corte costituzionale nella sentenza 220/2014, che attribuisce alle ordinanze del sindaco la possibilità di limitare gli orari di apertura delle sale da gioco”.

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