Elezioni europee: Banca Etica, “cambiare la finanza per cambiare l’Europa”. Le richieste ai candidati

In vista delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno, il Gruppo Banca Etica (membro fondatore della Federazione europea delle banche etiche e alternative) propone “a tutte le persone che si candidano ad essere elette al Parlamento europeo un confronto su misure legislative che – incidendo sul sistema finanziario – possano favorire la pace, la tutela dell’ambiente e la crescita dell’economia sociale”. Sono diverse le misure proposte. La prima si intitola “Finanza per la pace”: “Gli investimenti in armi non possono essere dichiarati sostenibili; più trasparenza sul ruolo delle banche nel commercio di armamenti”. Segue una approfondita analisi della situazione dei conflitti: “L’intensificarsi dei conflitti – con l’aggressione della Russia all’Ucraina e con il conflitto in corso a Gaza – ha portato a una corsa al riarmo che impegna non solo la spesa pubblica ma regala profitti stratosferici ai produttori di armi, alle banche e alle società di investimento che li sostengono. Il movimento della finanza etica chiede che un settore delicato come quello della produzione e commercio di armamenti – che impatta violentemente sui diritti umani e sugli equilibri geopolitici e che, secondo il Sipri, è responsabile di oltre il 40% dei fenomeni di corruzione globale – sia sottoposto a regole speciali e rafforzate di trasparenza. La finanza etica, da sempre, esclude categoricamente qualsiasi finanziamento o investimento nell’industria bellica”.
“Chiediamo al prossimo Parlamento europeo di varare una norma comunitaria che imponga alle banche e alle istituzioni finanziarie trasparenza sui loro affari con il commercio di armamenti”.
La seconda proposta riguarda la “Finanza per l’ambiente” (“Rendicontare gli impatti avversi; percorsi vincolanti per chi si voglia dichiarare net zero”). “Il ruolo della finanza nell’indirizzare l’economia verso modelli e soluzioni a basse emissioni ambientali è ormai riconosciuto da tutti. L’Ue ha già fatto molto in questo campo: gli sforzi si sono purtroppo diluiti nel corso dei lavori e perfino gli investimenti sul gas e sull’energia nucleare vengono ormai qualificati come sostenibili. Molti studi hanno messo in luce dilaganti fenomeni di greenwashing da parte di istituzioni finanziarie che a parole dichiarano impegni verso la sostenibilità, ma continuano a finanziare massicciamente le fonti fossili”. Seguono, anche in questo caso, precise specificazioni della proposta.
Quindi il capitolo “Finanza per l’economia sociale e la lotta alle diseguaglianze (Basta penalizzare le imprese sociali nell’accesso al credito). “Le istituzioni europee dichiarano di voler sostenere lo sviluppo dell’economia sociale del continente e dei suoi protagonisti, come previsto dal recente Action Plan. L’accesso al credito è una leva fondamentale per la crescita e il consolidamento di queste imprese ma le attuali normative europee sembrano rispondere esclusivamente ai bisogni di multinazionali e grandi imprese. È, pertanto, opportuno smettere di penalizzare le banche impegnate nel sostegno delle organizzazioni e delle imprese impegnate nella promozione dell’inclusione sociale”. Per ulteriori informazioni: www.bancaetica.it.

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