Giovani e religione: presentata a Roma un’indagine internazionale

In Kenya, Filippine e Brasile, tra l’82% e il 92% dei giovani si identifica come “credenti”. E’ uno dei dati contenuti nell’indagine internazionale su giovani, valori e religione, promossa dal Gruppo di ricerca Footprints. Young People: Expectations, Ideals, Beliefs della Pontificia Università della Santa Croce di Roma, insieme ad altre sette università del mondo, con il supporto dell’agenzia spagnola GAD3. La ricerca, presentata oggi a Roma presso la Pontificia Università della Santa Croce, evidenzia come in nazioni in pieno processo di secolarizzazione, come la Spagna e l’Italia,
emerge una profonda convinzione di fede da parte degli intervistati. Il 60% dei giovani cattolici spagnoli e italiani ritengono fondamentale la partecipazione alla Messa così come ricevere l’Eucaristia. Ci sono Paesi che si collocano in una posizione “intermedia” per quanto riguarda la manifestazione della fede dei giovani: Messico (71%) e Argentina (51%). C’è una grande percentuale di donne credenti in paesi come Kenya (93%), Filippine (83%) e Brasile (81%), e in generale il numero di donne cattoliche è più alto anche a livello globale (52%). Per quanto riguarda la visione sulla Chiesa, la maggior parte dei giovani credenti la ritiene un’istituzione che contribuisce al bene della società (76%). Riguardo ai problemi social, una importante fetta del campione dell’indagine denuncia la corruzione politica (94% tra i credenti, 85% non credenti) e i problemi legati all’ecologia (93% tra i credenti, 85% non credenti). La pena di morte e la giustificazione della guerra incontrano ugualmente opposizione tra i cattolici e gli appartenenti ad altre religioni e agli atei. Grande convergenza anche nell’opporsi alla legalizzazione della prostituzione (70%). Tra coloro che nel campione si identificano come “atei” emerge comunque un interesse per la vita dopo la morte e per un’adeguata comprensione della sofferenza; le percentuali sono più alte per Kenya e Filippine. Sempre in questi due Paesi, nonostante un 70% di giovani si professa non credente, dichiara di considerare la preghiera come un aspetto importante della propria vita.

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