“L’Unione europea si rammarica della dichiarazione di Irakli Kobakhidze sulla decisione del ‘Sogno georgiano’ di non proseguire con l’apertura dei negoziati di adesione all’Ue e di rifiutare il sostegno finanziario dell’Unione fino al 2028”. Irakli Kobakhidze è il primo ministro della Georgia e “Sogno georgiano” il partito nazionalista al governo che sta progressivamente spostando il Paese verso la Russia. Le recenti dichiarazioni del premier allontanano di fatto il Paese dall’Ue. Così Kaja Kallas, dal 1° dicembre Alto rappresentante Ue per la politica estera, e la neo commissaria per l’allargamento Marta Kos, intervengono sui difficili rapporti creatisi con Tbilisi. “Notiamo che questo annuncio segna un cambiamento rispetto alle politiche di tutti i precedenti governi georgiani e alle aspirazioni europee della stragrande maggioranza del popolo georgiano, come sancito dalla Costituzione della Georgia. Ricordiamo che il regresso democratico ha portato all’arresto di fatto del processo di adesione già a giugno di quest’anno e che l’assistenza finanziaria dell’Ue a diretto beneficio delle autorità georgiane è attualmente sospesa”.
Aggiungono: “Il popolo georgiano è nuovamente sceso in piazza per riaffermare le proprie aspirazioni di adesione all’Unione europea. L’Ue condanna fermamente la violenza contro i manifestanti pacifici, che si battono strenuamente per il loro futuro europeo e democratico. Queste azioni del governo georgiano hanno conseguenze dirette sulle nostre relazioni. Le autorità georgiane devono rispettare il diritto alla libertà di riunione e alla libertà di espressione e astenersi dall’usare la forza contro manifestanti pacifici, politici e rappresentanti dei media. Tutti gli atti di violenza devono essere indagati e i responsabili devono essere ritenuti responsabili”. L’Ue ribadisce dunque “le sue serie preoccupazioni per il continuo arretramento democratico del Paese, comprese le irregolarità verificatesi nel periodo precedente e durante le recenti elezioni parlamentari. […] L’Ue è al fianco del popolo georgiano e della sua scelta per un futuro europeo. La porta dell’Unione rimane aperta e il ritorno della Georgia ai valori europei e il percorso di adesione all’Ue sono nelle mani della leadership georgiana”.