Un “modello di cura incentrato sulla persona”. Così Giorgio Mion, professore di Economia aziendale all’Università di Verona, definisce il principio ispiratore dell’Istituto Serafico di Assisi, illustrando questa mattina in conferenza stampa a Perugia il bilancio etico-sociale dell’Istituto, da 150 anni pilastro nella cura e nella riabilitazione di bambini e ragazzi con disabilità gravi e gravissime. Nell’ultimo anno il Serafico ha accolto ragazzi da 14 regioni italiane tra cui Toscana, Lazio e Campania; questo dato evidenzia che” la struttura assisana è un polo attrattivo e di riferimento per l’intero Paese per la sua capacità di offrire cure innovative, di qualità e personalizzate”. La gestione economica del Serafico si distingue per solidità e trasparenza: “Il valore aggiunto, che nell’ultimo anno ha avuto una crescita del 4,5%, ha avuto una ricaduta positiva su tutto il personale oltre che sulle persone assistite. L’assenza di indebitamento strutturale e la solidità del patrimonio, ne garantiscono la stabilità e l’autonomia finanziaria”. Solo il 70% delle entrate del Serafico sono pubbliche, il resto dei finanziamenti proviene dai cittadini e dalle imprese che decidono di sostenere precise attività. Grazie alla fiducia e alla fidelizzazione di oltre 60mila donatori attivi in tutta Italia, che contribuiscono in media con 27,90 euro per dono e 47,41 euro all’anno. “Il Serafico non solo è riuscito a sostenere il proprio modello di cura erogando prestazioni gratuite ed extrastandard ai propri assistiti per un valore complessivo di 844mila euro, ma ha potuto anche offrire cure gratuite a pazienti esterni per oltre 167mila euro”, segno tangibile che” la collaborazione tra il Servizio sanitario e gli enti di terzo settore che si occupano di socio-sanitario, è in grado di moltiplicare risorse con prestazioni molto più personalizzate e di qualità”.