Gli aiuti umanitari che entrano a Gaza hanno raggiunto un livello minimo, con conseguenze critiche sulla salute di chi ha bisogni medici e sulla possibilità di fornire loro assistenza. I pazienti pediatrici sono senza adeguata terapia per il dolore. Mancano medicine, garze e antibiotici. È l’allarme dei team di Medici senza frontiere (Msf), che avverte che con l’arrivo dell’inverno aumenteranno i casi medici legati alla carenza di cibo, acqua e rifugi adeguati. “La carenza di forniture essenziali è tale che in alcuni casi siamo costretti a mandar via i pazienti dalle strutture. Le restrizioni e gli ostacoli imposti delle autorità israeliane per far entrare gli aiuti continuano ad ostacolare gravemente la nostra capacità di fornire assistenza”, dichiara Caroline Seguin, coordinatrice dell’emergenza di Msf a Gaza. Nelle ultime settimane, diversi camion – compresi quelli che trasportavano le forniture di Msf – sono stati attaccati e derubati, mentre altri carichi, pur autorizzati all’ingresso, restano bloccati al confine in attesa che le condizioni diventino sufficientemente sicure per procedere al trasporto. Il numero di camion che entra a Gaza è diminuito di quattro volte dallo scorso luglio. Ciò significa che entrano 40 camion umanitari al giorno, rispetto ai 500 camion che entravano ogni giorno prima del 7 ottobre 2023.
Anche le strutture di Msf stanno risentendo delle carenze di farmaci e attrezzature mediche. “I nostri pazienti sono sempre più esposti alle infezioni gravi. Nel reparto per ustionati che supportiamo all’ospedale Nasser, a Khan Younis, stiamo esaurendo anche le forniture di base per curare le ferite, come garze e bende”, dichiara Seguin di Msf.
A Deir al-Balah, l’ospedale da campo di Msf che gestisce le attività ambulatoriali e i ricoveri pediatrici è a corto di antibiotici e antidolorifici per i bambini. Questo non permette di curare adeguatamente i pazienti, ad esempio chi ha infezioni del tratto respiratorio inferiore, e impedisce un’adeguata terapia del dolore per i bambini ricoverati. Al Nasser Hospital, nel sud della Striscia di Gaza, le équipe di Msf non riescono ad allestire un laboratorio di batteriologia clinica, indispensabile per fornire diagnosi corrette e somministrare gli antibiotici adeguati, perché la catena del freddo necessaria al funzionamento del laboratorio viene costantemente aperta e danneggiata dalle autorità israeliane al valico. Inoltre, oltre alla mancanza di farmaci e di attrezzature mediche, per le équipe di Msf è sempre più difficile fornire cibo a sufficienza ai pazienti ricoverati, poiché le scorte alimentari scarseggiano in tutta la Striscia. Diversi panifici hanno chiuso, mentre altri stanno lottando per rimanere aperti, nonostante la mancanza di farina e carburante.
Il drastico peggioramento della situazione a Gaza – denuncia Msf – “è il risultato diretto delle restrizioni e degli ostacoli imposti da Israele agli aiuti nell’ultimo anno, che impediscono la consegna di forniture essenziali. Queste restrizioni hanno generato un clima di disperazione e instabilità, contribuendo all’aumento dei saccheggi e della criminalità, che ostacolano ulteriormente gli sforzi umanitari”.