Vocazioni e università: Marcacci (Pul), “l’amore ci fa passare dalla conoscenza alla deliberazione e apre a prospettive di vita nuove”

Foto SIR

E’ dedicato al verbo “conoscere” il videointervento di Flavia Marcacci, docente di Storia del pensiero scientifico presso la Pontificia Università Lateranense, nella seconda giornata del convegno nazionale vocazioni e università, “Creare casa”, promosso fino a domani a Roma dagli Uffici nazionali della Cei per la pastorale delle vocazioni, e per l’educazione, la scuola e l’università.
“Conoscere ci costringere ad entrare nelle profondità di noi stessi e ad esplicitare le categorie con le quali intendiamo vivere la nostra realtà”, spiega la docente sottolineando che conoscere, secondo la Bibbia, “è anche amare”. Di qui la riflessione su un doppio binario: amare per conoscere e conoscere per amare. Conoscere è “una connessione certa, non accidentale tra le nostre credenze e la realtà” ed “ha a che fare con l’innovazione e con il cambiamento”. Nel mettere in guardia dal rischio di relativismo e, all’opposto, di dogmatismo, la relatrice si sofferma sulla conoscenza scientifica: “una sorta di inveramento progressivo”; un processo “che non è mai solitario; scienziati e scienziate sono sempre all’interno di un processo di messa in comunione delle conoscenze” nel quale “la propria conoscenza può essere messa in crisi o superata dal lavoro collettivo affinché la conoscenza generale possa in qualche modo migliorare”.
Secondo la studiosa, “il mondo e la natura, hanno in sé un valore etico; ci sono semplicemente dati come intellegibili, un dono al quale possiamo essere aperti o chiusi. Avere passione per la conoscenza – spiega – ci permette di accettare che essa non sarà mai definitiva, ma che al fondo di essa c’è un dono che può essere ricevuto: il mondo in quanto intellegibile. Se ci mettiamo in una relazione d’amore con ciò che sta al di fuori di noi, l’amore ci porta a passare dalla conoscenza alla deliberazione, alla scelta, alla decisione su cosa fare e cosa non fare”. Pertanto, assicura Marcacci, “l’amore può inverare ogni processo deliberativo che arricchisce la conoscenza. A quel punto la conoscenza si apre a qualcosa di più: siamo in grado di superare i nostri preconcetti per aprirci a prospettive conoscitive nuove, che possono dare vita”. Di qui un augurio a tutti: “Guardare sempre alla nostra vita, ad ogni età”, ricordando che “sono molto più importanti le domande che le risposte, perché le risposte devono venire dalla sintesi che facciamo, dalla coscienza che abbiamo”, e “scoprirci tutti come donne e uomini in cammino, sempre”.

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