Intelligenza artificiale: Riggio (Aggiornamenti sociali), “serva per costruire nuovi percorsi di pace e convivenza fraterna nel rispetto dell’unicità di ogni persona”

Nel 2023 si è affermata con forza la capacità generativa dell’intelligenza artificiale. Strumenti come Chat GPT sono ormai familiari e diventeranno sempre più centrali nella nostra vita quotidiana. Per questo, a partire dal Messaggio per la Giornata mondiale della pace del 2024 di papa Francesco, nell’editoriale del numero di gennaio di Aggiornamenti sociali, il direttore Giuseppe Riggio riflette sul ruolo dell’AI all’interno della nostra società, tra opportunità e rischi che riguardano ogni cittadino.
È sufficiente considerarne gli utilizzi già in atto in campo medico o formativo, nella protezione dell’ambiente o nella regolazione dei trasporti, per comprendere, secondo Riggio, “che le AI possono giocare un ruolo centrale nel migliorare le condizioni di vita dei singoli così come di interi Paesi. Eppure questo esito non è uno sbocco naturale e tanto meno scontato. Non lo è se si considera l’impiego che ne viene fatto in ambito militare, dove il ricorso a questi strumenti si traduce tra l’altro in ‘una minore percezione della devastazione da essi causata e della responsabilità del loro utilizzo, contribuendo a un approccio ancora più freddo e distaccato all’immensa tragedia della guerra’ (Messaggio per la Giornata mondiale della pace del 2024, 6)”.
Per le loro modalità di funzionamento, continua il direttore, “quanto è restituito da un’AI rischia di portare con sé tracce di pregiudizi, visioni stereotipate o vere e proprie discriminazioni presenti nelle informazioni a cui ha attinto all’origine”. Una particolare responsabilità hanno i proprietari e gli sviluppatori dei software di AI. Essi, afferma Riggio, “non vivono fuori dal mondo e non sono portatori di un’assoluta imparzialità tecnica: hanno priorità e interessi, innanzi tutto dettati da ragioni economiche, possono sostenere alcune visioni politiche ed essere critici verso altre. Questi aspetti di carattere valoriale non restano fuori dalla programmazione delle AI, ma chi ne fa uso il più delle volte non ne è consapevole”. La posta in gioco, sottolinea il direttore, è alta: “scongiurare che la ricerca in questa nuova frontiera tecnologica si svolga senza confrontarsi con i fondamentali interrogativi etici che riguardano il rispetto della persona umana e la convivenza civile nel segno della fraternità e della pace. Per evitare tutto questo, in prima battuta sono chiamati in causa la politica e il diritto”. Ma interventi legislativi e decisioni politiche non bastano. Di fronte a una rivoluzione “già entrata nelle nostre case” e “destinata a cambiare in modo profondo i nostri stili di vita, è necessario un importante investimento dal punto di vista formativo per comprendere in che modo funzionano queste macchine. Soprattutto ne abbiamo bisogno per non scivolare in mistificazioni”, per evitare che “l’unicità della persona venga identificata con un insieme di dati” (Messaggio per la Giornata mondiale della pace del 2024, 5), finendo così “per essere disconosciuta e tradita, e per non tarpare le ali della creatività a quanti potranno fare ricorso alle varie forme di AI per costruire nuovi percorsi di pace e convivenza fraterna”, conclude Riggio.

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