60° di Paolo VI in Terra Santa: p. Sale, “diede il via al dialogo ecumenico e ci ricorda il valore della pace da custodire anche in tempi in cui sembra oscurato e smarrito”

Sono trascorsi 60 anni dallo storico viaggio di Paolo VI in Terra Santa, che si svolse dal 4 al 6 gennaio 1964. “Questo anniversario – scrive p. Giovanni Sale nel quaderno 4.165 de La Civiltà Cattolica, in uscita sabato 6 gennaio e come di consueto anticipato al Sir – cade in un momento molto difficile, a causa del conflitto che lo Stato di Israele sta conducendo nei confronti di Hamas (dopo i tragici fatti del 7 ottobre 2023), in una guerra che ha già prodotto un numero molto alto di vittime (1.200 di parte israeliana e circa 21mila di parte palestinese) e che purtroppo, nonostante i recenti accordi su una breve tregua e la liberazione israeliani in cambio di detenuti palestinesi, sembra destinata a continuare. L’obiettivo dichiarato del governo israeliano è quello di sradicare Hamas dalla Striscia di Gaza, e in particolare eliminare i suoi capi, ovunque essi si trovino”. Quel “viaggio benedetto”, nel quale “fu continuamente invocata dal Papa la concordia tra le religioni e tra gli Stati – prosegue il gesuita -, ci ricorda il valore del bene della pace, che va sempre custodito, anche in questi tempi in cui sembra oscurato e smarrito”. Un viaggio “considerato dagli storici come uno degli eventi religiosi più importanti del lungo Novecento. Paolo VI visitò come pellegrino i luoghi santi di Gerusalemme e della Galilea e incontrò le comunità cristiane di rito orientale e i loro patriarchi. In particolare, a Gerusalemme avvenne il duplice incontro, tanto auspicato dai padri conciliari riuniti a San Pietro, tra il vescovo di Roma e il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Atenagora” che, annota p. Sale, “diede inizio alla stagione del dialogo ecumenico con le altre Chiese e comunità cristiane”. Insomma, secondo il gesuita, “Papa Montini fu l’iniziatore di un modo nuovo di svolgere il ministero petrino anche attraverso i viaggi apostolici”. “Uno dei frutti concreti di quell’evento – conclude il gesuita – fu inoltre l’invio – all’inizio del terzo periodo conciliare, nell’autunno del 1964 – degli osservatori del patriarcato ecumenico, attesi già dall’inizio del Concilio”.

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