Papa Francesco: udienza, “nel cristianesimo non c’è una condanna dell’istinto sessuale”

foto SIR/Marco Calvarese

“Nel cristianesimo non c’è una condanna dell’istinto sessuale”, ma “questa dimensione così bella, la dimensione sessuale, la dimensione dell’amore, non è esente da pericoli”. Lo ha detto il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata alla lussuria, che, “dopo la gola”, è “il secondo demone che sta sempre accovacciato alla porta del cuore”. “Mentre la gola è la voracità nei confronti del cibo, questo secondo vizio è una sorta di voracità verso un’altra persona, cioè il legame avvelenato che gli esseri umani intrattengono tra di loro, specialmente nella sfera della sessualità”, ha spiegato Francesco, citando come esempio positivo il Cantico dei Cantici, che è “uno stupendo poema d’amore tra due fidanzati” e ricordando che già San Paolo “deve affrontare la questione nella prima Lettera ai Corinzi”, rimproverando “una gestione malsana della sessualità da parte di alcuni cristiani”. Il Papa ha iniziato a braccio la catechesi, annunciando con queste parole ciò che accadrà in Aula Paolo VI: “Ascoltiamo bene la catechesi, perché dopo avremo il circo che farà qualcosa qui, per divertirci”.

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