Diocesi: Perugia, 800 giovani alla Veglia di Avvento con l’arcivescovo Maffeis. “La Chiesa ha bisogno di voi”

(Foto Diocesi di Perugia)

La Veglia di preghiera di Avvento dei giovani perugino-pievesi con il loro pastore Ivan Maffeis, nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, la sera del 15 dicembre, è culminata con il gesto compiuto dallo stesso presule e da cinque giovani, Adriana, Assia, Daniele, Giulia e Michele, quello dello slacciarsi e togliersi le scarpe prima di testimoniare la loro esperienza di vita e di fede davanti al mistero di Dio, nel camminare verso l’altro. “Sono state testimonianze vere, dalle parole semplici, non troppo virtuose, ma che hanno dimostrato la sincerità di chi si è messo in cammino con tutte le insicurezze e preoccupazioni di un giovane per conoscere se stesso, per riconoscere gli altri e per incontrare, con maggior verità, il Signore nella propria vita”. A sottolinearlo è don Luca Delunghi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile di Perugia-Città della Pieve, servizio che, insieme al Coordinamento oratori perugini e all’Ufficio diocesano di pastorale universitaria, ha promosso la Veglia di Avvento in cattedrale, evento che non accadeva dal 2019, a causa della pandemia, e che ha visto la partecipazione di 800 giovani provenienti dalle sette Zone pastorali dell’arcidiocesi.

(Foto Diocesi di Perugia)

A ciascuno degli 800 partecipanti, al termine della Veglia, è stato consegnato un laccio di scarpa come segno-richiamo costante, spiega don Luca Delunghi, “della possibilità che abbiamo di toglierci i sandali, le scarpe davanti a coloro che possiamo incontrare lungo le vie della nostra vita”. E il tema della Veglia è stato il “Si alzò e andò” della Beata Vergine, l’icona biblica scelta da Papa Francesco per la Gmg 2023.
L’arcivescovo Maffeis è rimasto particolarmente colpito dalle testimonianze di vita dei cinque giovani, commentandole con queste parole: “Ragazzi siete davvero grandi…, e mentre vi ascoltavo mi sentivo davvero piccolo. Ed è con questa piccolezza che parlo a tutti voi questa sera”. Nel commentare il tema della Veglia, Maffeis ha detto: “il nostro primo pensiero non può che andare a chi oggi non può più alzarsi, non può più camminare. Va a tanti giovani come voi, ai 500 uccisi in questa settimana in Iran, ai 18mila che sono stati arrestati, alle prime esecuzioni di giovani di venti anni, veri e propri omicidi di Stato con l’accusa di essere nemici di Dio. Il vero nemico di Dio è chi calpesta la dignità del fratello. E penso anche ad altri giovani, incontrati in questi giorni, poco lontani da qui, nel Carcere di Capanne. Giovani che ti dicono: ‘padre non mi abbandoni perché io con quello che ho fatto non ho più nessuno, mi dia la possibilità di alzarmi e di camminare ancora”.
L’arcivescovo ha poi invitato i giovani a guardarsi attorno: “impariamo a dare un nome a chi ci vuole bene, impariamo a guardare alle figure di prete, suora, papà, mamma, animatore, a chi ha tempo per noi con gratuità, a chi si interessa a quanto abbiamo nel cuore e seguiamoli portando il nostro contribuito. Ne ha bisogno questa nostra Chiesa così stanca, così vecchia”. E per aiutare la Chiesa a ringiovanirsi, c’è bisogno di giovani, ha detto mons. Maffeis, che non stiano “nella vita a metà, perché la vita appartiene a chi sa mettersi in gioco”.

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