Consiglio europeo: il Qatargate irrompe al summit, “minata la fiducia dei cittadini”. Status di candidato alla Bosnia-Erzegovina

(Foto SIR/European Council)

Il Qatargate ha fatto irruzione al summit dei capi di Stato e di governo Ue, svoltosi ieri a Bruxelles. La vicenda “ha scosso la fiducia dei cittadini nel Parlamento europeo. Per questo occorre assumere una posizione forte; ne abbiamo parlato con Roberta Metsola e ho piena fiducia nella presidente del Parlamento”. Petr Fiala, premier della Repubblica Ceca e presidente di turno del Consiglio dei ministri Ue si è espresso così a margine del vertice. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha a sua volta osservato: “abbiamo piena fiducia nel ruolo della giustizia che farà chiarezza sui fatti”, che al momento devono essere considerate “solo accuse”. Eppure, ha osservato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, “eventi di questo tipo erodono la fiducia dei cittadini nelle istituzioni”.
Von der Leyen si è anche soffermata sui provvedimenti statunitensi per contrastare l’inflazione. “Vogliamo lavorare con l’amministrazione Biden per ottenere esenzioni specifiche alle imprese europee. Vogliamo lo stesso trattamento di Canada e Messico”. La legge Usa prevede infatti elementi discriminatori come sussidi e sconti fiscali, che alterano i mercati. “Per compensare a gennaio avanzeremo una proposta sugli aiuti di Stati, che dovranno essere – secondo Von der Leyen – più veloci e prevedibili, e dovranno tenere in conto le condizioni di competizione globale”.
Il Consiglio europeo ha poi dato il via libera alla Croazia nell’eurozona dal 1° gennaio e in Schengen (per Romania e Bulgaria la decisione potrebbe arrivare entro il 2023). Inoltre la concesso lo status di candidato all’adesione alla Bosnia-Erzegovina. A questo proposito l’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell afferma: “I leader dell’Unione hanno deciso di concedere lo status di candidato alla Bosnia-Erzegovina. Oggi confermiamo che il futuro del Paese risiede nell’Unione. Questa è una decisione per il popolo della Bosnia-Erzegovina”.

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