Politica internazionale: Mattarella, “ristabilimento di una pace giusta è il mio auspicio per il futuro”

(Foto: Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

“Il ristabilimento di una pace giusta è il mio auspicio per il futuro perché solo attraverso la pace l’umanità potrà guardare al suo progresso. A questo obiettivo dobbiamo lavorare tutti, le diplomazie di tutti i Paesi sono chiamate a un impegno comune”. Lo ha affermato questo pomeriggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso pronunciato al Quirinale, in videocollegamento, in occasione della cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con il Corpo diplomatico.
Per il Capo dello Stato, “le sfide più recenti non possono e non devono farci dimenticare le drammatiche e numerose situazioni di crisi nel mondo”. “Secondo gli ultimi dati messi a disposizione dall’Unicef, oggi – ha ricordato – ci sono più bambini che hanno bisogno di assistenza umanitaria che in qualsiasi altro momento della storia recente”. “Assistiamo ad una sovrapposizione di fattori di rischio senza precedenti”, ha osservato: “I conflitti, l’insicurezza alimentare che aumenta i tassi di malnutrizione, le carestie causate dal cambiamento climatico, la recrudescenza di epidemie, tra cui il colera e il morbillo, rappresentano un pericolo ulteriore per i bambini”. “Sono più di 400 milioni i bambini che vivono in area di crisi, almeno 36 milioni sono sfollati e la metà dei bambini del mondo vive in condizioni di vulnerabilità”, ha evidenziato il presidente, rilevando che “l’Italia, attraverso l’azione della cooperazione allo sviluppo, non dimentica queste drammatiche emergenze; l’attenzione dedicata ai nuovi teatri di crisi non è avvenuta a discapito della nostra azione in altri contesti, nei quali continuiamo ad agire per fornire prima assistenza alle persone più vulnerabili e per favorire dinamiche durature di sviluppo condiviso”. “Perché – ha ammonito – se è vero che con la guerra non può esserci sviluppo, è altrettanto vero che senza sviluppo non possono esservi stabilità e pace”.

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