Festa del Cinema di Roma: domani il restauro de “La porta del cielo” con mons. Dario E. Viganò e Christian De Sica

“I film del neorealismo ci hanno formato il cuore”. “Ci hanno insegnato a guardare la realtà con occhi nuovi”. Le parole di Papa Francesco nell’intervista sul cinema concessa a mons. Dario E. Viganò (Effatà 2021) sono il tracciato su cui muove l’importante operazione di recupero della memoria storico-culturale con il restauro del film “La porta del cielo” del 1945, diretto Vittorio De Sica su un copione dello stesso regista insieme a Cesare Zavattini. La copia restaurata de “La porta del cielo” verrà mostrata in anteprima alla 17ª Festa del Cinema di Roma, domenica 16 ottobre alle ore 18 (in replica il 17.10 alle ore 21:15, ingresso gratuito con priorità per gli Accreditati), evento che rientra nella sezione “Storia del Cinema”. La proiezione sarà accompagnata anche dal documentario “Argento puro” del regista Matteo Ceccarelli.
Il restauro è promosso dal centro di ricerca Catholicism and Audiovisual Studies (Cast) dell’Università UniNettuno, presieduto da Mons. Viganò e diretto da Gianluca Della Maggiore; un’operazione nata dalla collaborazione con Officina della Comunicazione, Cineteca Nazionale – CSC e Associazione Officina Cultura e Territorio di Bergamo.
Alla Casa del Cinema ci sarà anzitutto l’attore Christian De Sica, che porterà la sua testimonianza familiare: “Fu mia madre Maria Mercader – anticipa l’attore – a convincere mio padre a fare la regia e fu la sua salvezza grazie a questo film ‘commissionato dal Papa’ poté declinare l’invito di Goebbels che voleva portarlo a Venezia per costruire la cinematografia di Salò. Ma ‘La porta del cielo’, come ha raccontato mio padre, significò certamente anche un’ancora di salvataggio per tanti attori, tra cui molte famiglie ebree”. Presente anche mons. Viganò, che dichiara: “L’appuntamento alla Festa del Cinema si svolge nell’ambito di una coincidenza particolare, significativa: in questi giorni, infatti, ricorrono i 60 anni dall’indizione del Concilio, l’11 ottobre 1962. Il film di De Sica, seppur a lungo considerato tra le opere ‘minori’ rispetto agli altri suoi titoli di matrice neorealista, in verità assume una grande rilevanza proprio perché intreccia la storia della Chiesa e quella del cinema”. Concludendo, Viganò afferma: “Questa operazione di restauro rientra nella missione di salvaguardia della memoria culturale condivisa, mettendola così a disposizione degli spettatori, degli storici di oggi e domani, quelli che operano nell’ambito della ‘Visual History’”.

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