Papa Francesco: udienza, “guardiamo il crocifisso e apriamo il Vangelo, sarà per noi come una grande liturgia domestica”

(Foto Vatican Media/SIR)

“In questi giorni, tutti in quarantena, a casa, chiusi, preghiamo con queste due cose in mano: guardiamo il Crocifisso e apriamo il Vangelo”. È l’invito del Papa, per la prima Pasqua celebrata in quarantena a causa della pandemia di Covid-19. “Questa sarà per noi come una grande liturgia domestica, perché non possiamo andare in Chiesa in questi giorni: Il Crocifisso e il Vangelo”, ha spiegato a braccio durante l’udienza di oggi, trasmessa in diretta streaming dalla biblioteca privata del Palazzo apostolico. “Ci farà bene stare a guardare il Crocifisso in silenzio e vedere chi è il nostro Signore”, l’invito di Francesco: “È Colui che non punta il dito contro qualcuno, neppure contro quelli che lo stanno crocifiggendo, ma spalanca le braccia a tutti; che non ci schiaccia con la sua gloria, ma si lascia spogliare per noi; che non ci ama a parole, ma ci dà la vita in silenzio; che non ci costringe, ma ci libera; che non ci tratta da estranei, ma prende su di sé il nostro male, prende su di sé i nostri peccati”. “Per liberarci dai pregiudizi su Dio, guardiamo il Crocifisso, e poi apriamo il Vangelo”, il doppio invito del Papa: “Nel Vangelo leggiamo che, quando la gente va da Gesù per farlo re, ad esempio dopo la moltiplicazione dei pani, egli se ne va . E quando i diavoli vogliono rivelare la sua maestà divina, egli li mette a tacere”. “Perché?”, si è chiesto Francesco: “Perché Gesù non vuole essere frainteso, non vuole che la gente confonda il Dio vero, che è amore umile, con un dio falso, un dio mondano che dà spettacolo e s’impone con la forza”, la risposta. “Non è un idolo”, ha aggiunto a braccio: “è Dio che si è fatto uomo come ognuno di noi, ma si esprime con la forza della sua divinità”. “Invece, quando nel Vangelo viene proclamata solennemente l’identità di Gesù?”, l’interrogativo del Papa: “Quando il centurione dice: ‘Davvero era Figlio di Dio’. Viene detto lì, appena ha dato la vita sulla croce, perché non ci si può più sbagliare: si vede Dio che è onnipotente nell’amore, e non in altro modo. È la sua natura, perché è fatto così. Egli è amore”.

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