Messico: uccisione piccola Fátima e femminicidio Ingrid Escamilla. Arcidiocesi, “crimini che non rimangano impuniti”

Nuovi gravi episodi di violenza scuotono in questi giorni il Messico e in particolare la capitale. È stato trovato il corpo senza vita, custodito in una borsa di plastica, di Fátima Cecilia Aldrighett Antón, una bambina di sette anni che era scomparsa lo scorso 11 febbraio fuori dalla scuola. Il corpo della bambina presentava segni di tortura. Forte indignazione e commozione ha suscitato anche il femminicidio di Ingrid Escamilla, una donna di 25 anni uccisa in modo brutale dal suo compagno. In merito ai due fatti, è intervenuta con una nota l’arcidiocesi di Città del Messico, la quale rivolge “un appello alle autorità perché le uccisioni di Ingrid Escamilla e della piccola Fátima non rimangano impuniti”: “Da parte nostra, ci impegniamo a rafforzare le azioni pastorali per contribuire a dare impulso nella società a un ambiente di rispetto per la dignità di ogni persona, al rafforzamento delle famiglie e all’educazione alla pace e alla giustizia”. La Chiesa cattolica “è cosciente che questi fatti provocano paura, rabbia e scoraggiamento tra la popolazione, e si unisce al cordoglio che vive Città del Messico, oltre che a manifestare la sua energica condanna per questi crimini”. La nota si conclude pregando per le famiglie coinvolte ed esprimendo la convinzione “sull’importanza di proteggere la famiglia, come luogo privilegiato per l’educazione e la trasmissione di valori essenziali”.
Interviene su quanto accaduto anche mons. Andrés Vargas Peña, vescovo di Xochimilco, diocesi di recentissima costituzione nella periferia sud di Città del Messico, che parla di “barbara e ingiustificabile violenza” a proposito dell’uccisione di Fátima: “Eventi come questo, ci invitano a riflettere sul nostro agire, sentendoci Chiesa chiamata ad aiutare la società a coltivare il senso di dignità umana alla luce del Vangelo di Gesù Cristo, per vigilare sui più deboli dell’umanità: bambini, giovani, donne, anziani; e anche per raddoppiare la nostra azione pastorale, che mira alla protezione dei settori vulnerabili. Non dobbiamo abituarci al clima quotidiano di violenza che si diffonde ovunque e che non rispetta l’età o alcun tipo di condizione”.

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