Inondazioni nel Sud Est asiatico: Pedron (Caritas), “vittime in aumento, aperte chiese e scuole agli sfollati”. L’appello, “inviare solo aiuti in denaro”

(foto: Caritas)

“Le vittime aumentano di ora in ora. Le Caritas nazionali hanno aperto chiese e scuole agli sfollati, avviando distribuzioni di cibo precotto e raccolte fondi”:  è l’allarme lanciato al Sir da Beppe Pedron, coordinatore regionale per l’Asia di Caritas Italiana, di fronte alla devastante ondata di cicloni, alluvioni e frane che ha colpito Indonesia, Sri Lanka, Thailandia e Malesia, provocando oltre 1300 vittime e centinaia di migliaia di sfollati. Pedron descrive una crisi “più vasta e complessa di quanto inizialmente percepito”, aggravata dalla scarsa copertura mediatica dei primi giorni che “ha ritardato la risposta internazionale”. La situazione più critica è a Sumatra, dove i numeri delle vittime continuano a crescere mentre molti villaggi possono essere raggiunti solo con mezzi anfibi o elicotteri. Pedron sottolinea come l’impatto derivi da “un’unica vasta massa ciclonica” che ha colpito aree densamente popolate già indebolite da deforestazione, urbanizzazione disordinata e insufficiente manutenzione dei bacini idrici.

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“Siamo in una stagione in cui le piogge non sono una novità, ma l’intensità conferma come il cambiamento climatico renda sempre più estremi gli eventi”. Tra le vittime, afferma, ci sono soprattutto persone che vivevano “in zone a rischio lungo i fiumi o in aree depresse, più economiche ma più esposte”. L’apertura controllata delle dighe, necessaria a evitare cedimenti, ha provocato “ondate improvvise che hanno cancellato interi insediamenti: tutto ciò che è a valle viene trascinato via”. Caritas Internationalis ha già attivato un Emergency Appeal. “Le priorità immediate sono acqua potabile, cibo, kit igienici e ripari temporanei, mentre la ricostruzione e il sostegno ai mezzi di sussistenza – in particolare nelle zone rurali dove la perdita del bestiame ha colpito migliaia di famiglie – saranno affrontati in un secondo momento”, spiega. Pedron lancia infine un appello ai donatori italiani: “Non inviare vestiti o cibo. I trasporti sono lenti, costosi e spesso inutili. L’aiuto più efficace e rispettoso delle comunità è il sostegno economico, che permette di acquistare ciò che serve direttamente nei Paesi colpiti”.

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