La stagione influenzale 2025–2026 è partita con quattro settimane di anticipo e la circolazione dei virus respiratori è già sostenuta in Italia e in Europa, secondo l’Oms. Il picco è atteso tra fine dicembre e inizio gennaio. Come ogni anno, i bambini sono tra i più colpiti: i dati RespiVirNet dell’Istituto superiore di sanità mostrano che l’incidenza più alta delle infezioni respiratorie acute riguarda la fascia 0–4 anni, con valori nettamente superiori rispetto alle altre età. Per la loro vita sociale – nidi, scuole, sport – i più piccoli hanno un ruolo centrale nella diffusione dei virus. “Stiamo entrando nella fase più intensa della stagione influenzale: è proprio adesso che la prevenzione può fare la differenza nei bambini e, di riflesso, nelle famiglie e nelle scuole”, afferma Rino Agostiniani, presidente della Società italiana di pediatria (Sip).
La vaccinazione antinfluenzale resta la misura più efficace: raccomandata per tutti i bambini dai 6 mesi ai 6 anni e per quelli con patologie croniche, riduce gravità e diffusione della malattia. “Il momento migliore per vaccinarsi è adesso: farlo nelle prossime settimane permette ai bambini di arrivare protetti al picco previsto. Rimandare aumenta la probabilità di ammalarsi proprio durante il picco stagionale”, sottolinea Susanna Esposito (Università di Parma).
Accanto all’influenza, per neonati e lattanti è disponibile la profilassi con anticorpo monoclonale contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv), che riduce bronchioliti e polmoniti nei primi mesi di vita. Le famiglie possono rivolgersi al pediatra o ai centri vaccinali delle Asl per informazioni e prenotazioni. Vaccinarsi prima del picco e adottare misure semplici – igiene delle mani, aerazione degli ambienti, attenzione ai sintomi – è il modo più efficace per contenere i contagi e proteggere bambini e comunità.