“Forzare con un intervento militare un cambiamento di regime in Venezuela sarebbe un’operazione molto rischiosa, anche per Donald Trump, a un anno dalle elezioni di medio termine. Sono convinto che la sua intelligence gli stia spiegando tutti i rischi di un possibile intervento”. Lo afferma al Sir Víctor Álvarez, premio nazionale delle Scienze ed ex ministro dell’Industria ed Estrazioni minerarie di Hugo Chávez. Per l’economista è necessario “trovare una soluzione dialogata al conflitto, che possa garantire governabilità al Venezuela”. “Minacciare Maduro tutti i giorni di arrestarlo, processarlo negli Stati Uniti e condannarlo all’ergastolo non è una prospettiva ragionevole. Così il presidente venezuelano non ha altra alternativa che difendersi a oltranza. Un attacco militare Usa provocherebbe guerriglia, sabotaggi a pozzi e oleodotti, uno scenario da conflitto mediorientale”. Álvarez giudica significativo che Trump si sia detto disposto a parlare con Maduro: “L’intelligence sta fornendo informazioni di qualità, anche per gli Usa sarebbe un conflitto senza vie d’uscita. Importante anche l’ascendenza di Trump sulla leader dell’opposizione, María Corina Machado, per favorire un negoziato”. Quanto al presidente venezuelano, “credo sia disposto a cercare una via d’uscita onorevole, ma non gli si può chiedere di arrendersi e affrontare le carceri statunitensi. È inevitabile arrivare a garanzie di protezione”. Secondo Álvarez, la Costituzione venezuelana prevede soluzioni possibili, “come le dimissioni di Maduro, il subentro della vicepresidente e la convocazione di libere elezioni”. Colloqui dovrebbero avvenire “con mediazioni internazionali, anche di Brasile e Colombia”. Un conflitto armato “terremoterebbe il continente e rilancerebbe l’esodo dei venezuelani, con una nuova grande ondata migratoria”.