“Esiste la difficoltà della presenza dello Stato nelle comunità, a causa del ‘potere parallelo’ presente e attivo in esse. Per questo, la Chiesa rimane vicina, come è sempre stata, cercando di trasformare il dolore in amore e la sofferenza in comunione”. Lo afferma il card. Orani João Tempesta, arcivescovo di Rio de Janeiro, in una riflessione affidata al Sir dopo il sanguinoso blitz del 28 ottobre. La presenza della Chiesa nelle favelas, sottolinea il porporato, è “antica, costante e profondamente radicata nella fede e nella solidarietà”. In particolare, la pastorale delle favelas è attiva da 48 anni, “nata dalla preoccupazione per i più bisognosi e nella promozione della dignità umana e della cittadinanza”. Tante le opere e le iniziative ecclesiali in corso: asili, rifugi, doposcuola, corsi di formazione, programmi alimentari e accompagnamento a famiglie in difficoltà. Oltre all’aiuto materiale, la Chiesa promuove la formazione cristiana e civica, la partecipazione sociale, la cura dell’altro e la speranza tra i giovani. “Evitare che episodi così dolorosi si ripetano – conclude l’arcivescovo – richiede l’impegno di tutti nella promozione della vita, del dialogo e dell’inclusione. Le autorità civili devono pensare a strategie per portare sviluppo e pace, unite per il bene comune. La Chiesa continuerà a pregare e a collaborare affinché Rio de Janeiro ritrovi il cammino della fraternità, della serenità e della speranza”.