La vera pace “non si impone, si costruisce”. E in questo cammino la Chiesa di Rio de Janeiro è stata presente, lo è e lo sarà. Questo il messaggio che il card. Orani João Tempesta, arcivescovo di Rio de Janeiro, affida al Sir, a pochi giorni dal sanguinoso blitz della polizia del 28 ottobre contro il cartello del narcotraffico Comando Vermelho, nelle favelas della zona nord della metropoli, che ha provocato 138 morti, tra cui 4 agenti. “I tristi avvenimenti del 28 ottobre – riflette il card. Tempesta – rivelano una complessa realtà sociale che si accumula da più di trent’anni. La violenza e la paura sono frutto di un contesto segnato da disuguaglianze, esclusioni e dalla mancanza di opportunità, dato che la presenza dello Stato nelle comunità è molto compromessa. La vera pace non nasce dalla forza, ma dal dialogo e dalla paziente costruzione di vincoli di fiducia”. Da qui l’invito del porporato a rafforzare una cultura di dialogo, amore e pace, per restaurare la convivenza e la fiducia reciproca. “La Chiesa riconosce il legittimo ruolo delle autorità nella ricerca della sicurezza – aggiunge – ma ogni azione deve rispettare la vita e il bene comune. Non si tratta solo di strategie: ogni vita è importante. Il dolore delle famiglie e la sofferenza delle comunità non possono essere trattati come numeri. In ogni volto colpito dalla violenza c’è il volto di Cristo, che soffre con il suo popolo”.