“Ogni persona è un mondo intero. Senza memoria di Gesù – della sua vita, morte e risurrezione – l’immenso tesoro di ogni vita è esposto alla dimenticanza”. Lo ha detto il Papa, durante l’Angelus di ieri, nella solennità dei defunti. “Nella memoria viva di Gesù, persino chi nessuno ricorda, anche chi la storia sembra avere cancellato, appare nella sua infinita dignità”, ha spiegato Leone XIV: “Gesù, la pietra che i costruttori hanno scartato, ora è pietra angolare). Ecco l’annuncio pasquale. Per questo i cristiani ricordano da sempre i defunti in ogni Eucaristia, e fino ad oggi chiedono che i loro cari siano menzionati nella preghiera eucaristica. Da quell’annuncio sorge la speranza che nessuno andrà perduto”. “La visita al cimitero, in cui il silenzio interrompe la frenesia del fare, sia per tutti noi un invito alla memoria e all’attesa”, l’auspico del Papa: “Aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà» diciamo nel Credo. Commemoriamo, dunque, il futuro. Non siamo chiusi nel passato, nelle lacrime della nostalgia. Nemmeno siamo sigillati nel presente, come in un sepolcro. La voce familiare di Gesù ci raggiunga, e raggiunga tutti, perché è la sola che viene dal futuro. Ci chiama per nome, ci prepara un posto, ci libera dal senso di impotenza con cui rischiamo di rinunciare alla vita. Maria, donna del sabato santo, ci insegni ancora a sperare”.