Giovani: Roma oggi il convegno “Generazione sicura: educare oggi per lavorare in sicurezza domani”

Si è svolto stamattina in Aula Giulio Cesare in Campidoglio, a Roma, il convegno “Generazione sicura: educare oggi per lavorare in sicurezza domani” rivolto alle classi delle scuole superiori.
Un evento per riflettere sulla formazione come strumento per la riduzione degli incidenti sul lavoro e che ha visto un confronto costruttivo tra la politica, l’amministrazione, il mondo della scuola, l’associazionismo, i tecnici, i sindacati: tutti concordi nella volontà di costruire un altro modo per lavorare in sicurezza, basato su una cultura e una responsabilità condivisa.
Sono emersi i dati aggiornati degli infortuni sul lavoro in Italia e nel Lazio che mostrano numeri ancora allarmanti, per i quali confronti come quello di stamani intendono elaborare strategie al fine di avviare un percorso capace di ridurli significativamente.
“Nel 2024 ci sono state 2.100 vittime dell’insicurezza del lavoro tra giovani impegnati nei Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, ex Alternanza Scuola-Lavoro ora ‘Formazione Scuola-Lavoro’). Come possiamo riempirci la bocca di piani formativi all’avanguardia che portino i nostri giovani ad una piena consapevolezza del valore della sicurezza e della tutela della salute sul lavoro se noi per primi non riusciamo a garantire loro ambienti sicuri sin dai banchi di scuola?”, ha domandato il presidente nazionale dell’Anmil, Antonio Di Bella.
“Il lavoro da fare è strutturale in ogni accezione del termine: edilizia scolastica ed edilizia della conoscenza del diritto del lavoro, sin dalle scuole elementari – ha osservato Di Bella -. Per questo i nostri testimonial infortunati sul lavoro portano le loro storie all’interno delle scuole per sensibilizzare i lavoratori di domani sin da giovanissimi”. Durante i lavori, l’auditorio ha ascoltato la testimonianza di Alessandra Pigliapochi, vittima di un incidente sul posto di lavoro. “Confidiamo che occasioni come quella di questa mattina contribuiscano a diffondere una reale cultura della sicurezza in grado di evitare ad altri il dolore attraversato dalle vittime dell’insicurezza sul lavoro”, ha concluso il presidente dell’Anmil.

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