Diocesi: mons. Devsaini (Chiavari), “superare la logica della competizione ad oltranza per abbracciare quella della cooperazione”

“Occorre, ad ogni livello, avere il coraggio di superare la logica della competizione ad oltranza per abbracciare quella della cooperazione. E cooperare implica il perdonarsi, il tenersi per mano, lo stare l’uno accanto all’altro, superando le contrapposizioni personali inutili, il lessico violento, la calunnia gratuita, l’offesa come stile comunicativo e aprendoci ad un futuro nuovo in cui il fratello e la sorella non sono combattuti come nemici ma accolti come compagni di viaggio, anche e soprattutto se sono portatori e portatrici di idee e pensieri diversi dal mio!”. Si è conclusa con questa esortazione l’omelia pronunciata ieri pomeriggio dal vescovo di Chiavari, mons. Giampio Devasini, durante la celebrazione eucaristica che ha presieduto in cattedrale per la solennità di Nostra Signora dell’Orto, patrona della diocesi.
“È la parola di Dio la bussola necessaria a vivere, a vivere pienamente, affrontando a testa alta e con coraggio le sfide che ogni tempo reca con sé, sfide che interpellano la nostra umanità, il nostro essere credenti, la vita della nostra città e dell’intera comunità umana”, ha osservato il presule. “Penso – ha spiegato – alla sfida della pace, che chiede di essere costruita prima ancora che invocata”; “penso alla sfida della solidarietà, che diventa sempre più necessaria in un tempo in cui la cultura dello scarto sembra avere la meglio”; “penso alla sfida che ogni giorno il mondo e anche la nostra città lancia alla Chiesa, chiedendole ragione della propria speranza”; “e – ha rilevato mons. Devasini – potremmo enumerarne molte di sfide, tante, forse così tante da provare paura, spingendoci magari a rintanarci nelle nostre abitudini confortevoli, nei nostri spazi sicuri, quelli che conosciamo bene e nei quali è facile sentirsi comodi, chiudendo gli occhi sulla realtà che invece bussa alla porta”. “La fiducia nel Signore però ci dona luce e forza per non cedere a questa tentazione, per non tirarci indietro, per non nasconderci ma per portare il conforto dell’amicizia e della fede agli uomini e alle donne del nostro tempo, nella consapevolezza che solo una vita spesa fino alla fine per amore e nell’amore è degna di essere vissuta”, ha ammonito il vescovo. Riferendosi poi alle “fatiche della nostra città”, il vescovo ha affermato che “spesso guardiamo ad alcune emergenze e alle problematiche sociali solo come problemi da risolvere dimenticando che possono segnare l’inizio di nuove traiettorie di giustizia e di pace per la nostra comunità”. “Pensiamo all’emergenza educativa o a quella abitativa: certamente – ha precisato – sono problemi urgenti che richiedono risposte immediate e lungimiranti ma al contempo sono un invito a far luce su un futuro diverso possibile, capace di segnare un cambio di passo per la Chiavari che verrà!”.

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