Intelligenza artificiale, creatività e futuro delle sale sono stati al centro del panel “Proiezioni future” promosso dall’Associazione cattolica esercenti cinema (Acec) a Ciné – Giornate di cinema 2025. L’incontro, moderato dal presidente Acec don Gianluca Bernardini, ha visto gli interventi di Giulio Base, Lucia Cereda e Carlo Rodomonti. “L’intelligenza artificiale metterà a rischio il nostro lavoro?”, ha chiesto Bernardini. Base, regista e direttore del Torino film festival, ha sottolineato: “Chi entra in una sala oggi compie un atto di resistenza. Si mette in cammino, si siede vicino a sconosciuti e si dispone all’ascolto. La sala è un luogo in cui si tace insieme e il silenzio condiviso è già relazione. Le sale vanno difese come presidi di umanità”. Sull’IA ha aggiunto: “La IA sia un mezzo, non un fine. Il fine dovrà essere sempre la comunità”. Lucia Cereda, responsabile sviluppo Medusa film, ha parlato del potere delle storie: “Le storie sono dati con l’anima. Aiutano a leggere i cambiamenti della società e, a volte, li generano”. Carlo Rodomonti, head of marketing & innovation Rai cinema, ha concluso: “Non bisogna semplificare la questione in buoni e cattivi. Il cinema deve ribadire la sua posizione, quella di essere altro da tutto il resto. L’idea di un cinema algoritmico è una follia. In un mondo in cui tutto si divide in codice binario, noi siamo la complessità. Possiamo ridare centralità ai luoghi. Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, dobbiamo studiarlo, conoscerlo, piegarlo per le emozioni e la comunità”.