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Serbia: proteste degli studenti. Krastev (analista), “i manifestanti sono arrivati alla disobbedienza civile”

Dopo la nuova ondata di protesta durante il weekend in Serbia, la richiesta attuale dei manifestanti è di elezioni anticipate. Gli stessi manifestanti sono passati alla disobbedienza civile, consistente in blocchi di incroci, rallentamenti del traffico, invio di migliaia di mail che intasano le istituzioni. “Per gli studenti il governo è ormai illegittimo”, spiega l’analista dei Balcani Krastev. “Il presidente Alexander Vucic ritiene che i poliziotti si siano comportati molto professionalmente e accusa i manifestanti di incitare violenza e attacchi alla polizia”. “Ci saranno altri arresti per coloro che violano la legge”, ha detto il presidente serbo, definendo le azioni degli studenti “terrorismo”. Nel frattempo, sui social sono apparsi numerosi video con i poliziotti che si vantano di aver picchiato i ragazzi. Secondo Krastev, “la Serbia rischia di diventare la Corea del Nord europea se qualcosa non cambia sul palcoscenico politico”. A suo avviso “Vucic ha paura delle elezioni perché potrebbe non arrivare alla maggioranza”. Stando ai dati della rivista serba “Nuovo pensiero politico serbo”, il 60% della popolazione appoggia le richieste dei manifestanti mentre il 32% è contraria. “Il 44% vuole che i giovani si impegnino in un progetto politico insieme all’attuale opposizione”, chiosa Krastev. Lo studioso osserva che “è cambiato anche il tono di Bruxelles nei confronti delle autorità di Belgrado”. “Il commissario europeo per l’allargamento Marta Kos ha incontrato a Belgrado un po’ di tempo fa alcuni dei manifestanti e ha condiviso alcune delle loro richieste”.

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