Ieri mattina la Life Support di Emergency ha sbarcato nel porto di Augusta i due corpi senza vita recuperati in acque internazionali della zona Sar (Search and rescue) libica venerdì 27 giugno. Augusto Candido, comandante della nave, spiega che questa “è stata la prima volta che la Life Support di Emergency si è trovata a dover recuperare dei corpi, anziché soccorrere delle persone, ed è stata una circostanza molto pesante per l’equipaggio. Ma siamo già pronti a riprendere il mare per una nuova missione di ricerca e soccorso, per salvare vite umane”. A segnalare i corpi alla deriva era stata Sea-Watch: il suo velivolo Seabird aveva filmato uno dei corpi individuandone anche altri 5 e successivamente anche il Maritime rescue coordination centre (Mrcc) di Roma aveva aperto a riguardo un caso Sar. “È sempre molto doloroso dover recuperare dei corpi, anziché poter soccorrere delle persone – commenta Anabel Montes Mier, capomissione della Life Support di Emergency – ma è anche molto doloroso non riuscire a capire come sia stato possibile che nel Mediterraneo centrale, il tratto di mare più sorvegliato del mondo tra assetti navali e aerei, siano rimasti 6 corpi alla deriva per oltre una settimana, fino a quando non li ha segnalati una organizzazione della flotta civile”. “Con le politiche di esternalizzazione dei confini e di chiusura adottate dall’Italia e dall’Unione europea i pericoli e le sofferenze per le persone in movimento aumentano, così come crescono gli affari per i trafficanti – osserva Emergency -. Lo dimostrano i numeri: i dati del Progetto Missing Migrants dell’Oim su morti e dispersi nel Mediterraneo centrale parlano di 542 persone nel solo 2025”. Per questo Emergency, come “ha fatto tante altre volte in precedenza”, torna a sollecitare l’Italia e l’Europa sulla necessità di creare vie legali e sicure di ingresso, ampliare le possibilità di arrivo regolare in Europa, finanziare una missione Sar europea che riconosca anche il ruolo della flotta civile e investire in modo adeguato su un’accoglienza dignitosa e inclusiva.