Giornata mondiale rifugiato: a Firenze un pomeriggio di sport, musica e testimonianze sui temi dell’accoglienza

Un pomeriggio di sport, racconti, cibo e musica per riflettere sui temi dell’accoglienza e dell’inclusione, a partire dalle esperienze delle persone rifugiate, in vista della Giornata mondiale del rifugiato che si celebra il 20 giugno. È l’iniziativa in programma giovedì 19 giugno al Giardino Maragliano, nel cuore del rione di San Jacopino, luogo intitolato alla memoria di Samb Modou e Diop Mor, vittime di razzismo nel 2011.
L’evento è promosso dai Sai (Sistema accoglienza integrazione) gestiti dalla cooperativa sociale Il Girasole, in collaborazione con il Quartiere 1 del Comune di Firenze e con l’associazione Urban Lab San Jacopino.
“Abbiamo immaginato un pomeriggio aperto a tutte e tutti, dove la riflessione sulla condizione delle persone rifugiate possa passare attraverso il gioco, la condivisione, l’ascolto – dice Melissa Marchi, direttrice Area Immigrazione della Cooperativa sociale ‘Il Girasole’ –. Un modo per far toccare con mano, anche attraverso strumenti educativi interattivi, cosa significhi affrontare un percorso migratorio e vivere in un nuovo contesto sociale”.
Alle 17 si comincia con il torneo di calcetto a tre, aperto a partecipanti dai 0 ai 99 anni, mentre alle 17.30 sono in programma letture animate sul tema dell’inclusione per bambine e bambini. Alle 18 sarà il momento di “Labirinti migranti”, una escape room educativa – un gioco di logica con enigmi e indovinelli – a squadre rivolta al pubblico adulto: un’esperienza immersiva per comprendere ostacoli e difficoltà del percorso migratorio, seguita da un dibattito aperto con i partecipanti. Alle 20 si terrà una cena condivisa a base di cous cous e riso, realizzata in collaborazione con Tecum – Cucina di quartiere, mentre dalle 20.30 il giardino si animerà con musica e balli insieme alla Banda popolare di strada “I Fiati Sprecati”. “È una giornata pensata per ricordare, conoscere e costruire relazioni: perché accogliere significa creare legami”, conclude Marchi.

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