“Continuiamo a pregare per la pace in Medio Oriente, in Ucraina e nel mondo intero”. È l’appello del Papa, che nell’Angelus di ieri, a conclusione della messa per il Giubileo dello sport, ha esortato ad opporsi “ad ogni forma di violenza e di sopraffazione”: “Il mondo oggi ne ha tanto bisogno!”. Tra i tanti conflitti in corso, Leone XIV ha citato il Myanmar, dove “nonostante il cessate-il-fuoco, continuano i combattimenti, con danni anche alle infrastrutture civili”. “Invito tutte le parti a intraprendere la strada del dialogo inclusivo, l’unica che può condurre a una soluzione pacifica e stabile”, l’esortazione papale, che ha poi menzionato il “terribile massacro” avvenuto a Gouma, in Nigeria, “in cui circa duecento persone sono state uccise con estrema crudeltà, la maggior parte delle quali erano sfollati interni, ospitati dalla missione cattolica locale”. “Prego affinché la sicurezza, la giustizia e la pace prevalgano in Nigeria, Paese amato e così colpito da varie forme di violenza”, ha assicurato il Pontefice: “E prego in modo particolare per le comunità cristiane rurali dello Stato di Benue, che incessantemente sono state vittime della violenza”. L’altro riferimento è alla Repubblica del Sudan, “da oltre due anni devastata dalle violenze” dove il parroco di El Fasher, Luke Jumu, è rimasto vittima di un bombardamento. “Mentre assicuro le mie preghiere per lui e per tutte le vittime, rinnovo l’appello ai combattenti affinché si fermino, proteggano i civili e intraprendano un dialogo per la pace”, le parole di Papa Leone: “Esorto la comunità internazionale a intensificare gli sforzi per fornire almeno l’assistenza essenziale alla popolazione, duramente colpita dalla grave crisi umanitaria”. Infine il riferimento al beato Floribert Bwana Chui, giovane martire congolese, ucciso a ventisei anni “perché, in quanto cristiano, si opponeva all’ingiustizia e difendeva i piccoli e i poveri”: “La sua testimonianza dia coraggio e speranza ai giovani della Repubblica Democratica del Congo e di tutta l’Africa!”.