Diocesi: mons. Manicardi (vicario Carpi), “Messa Crismale sigillo della primissima fase dell’unificazione delle diocesi di Carpi e Modena”

(Foto diocesi di Carpi)

Mercoledì Santo nella cattedrale di Carpi si vivrà una liturgia “storica”: per la prima volta la Basilica della Madonna Assunta, che corona la piazza della città, accoglierà la celebrazione della messa Crismale per le diocesi di Carpi e di Modena-Nonantola. “In questo modo si manifesterà al massimo livello che ormai le due Diocesi sono affidate a un unico vescovo, mons. Erio Castellucci”. È quanto scrive nell’editoriale dell’ultimo numero del settimanale diocesano “Notizie” (www.notiziecarpi.it), mons. Ermenegildo Manicardi, Vicario generale. “La Messa Crismale 2025 sarà decisiva per la vita delle chiese di Modena-Nonantola e di Carpi – sottolinea il vicario – Le due diocesi, infatti, si troveranno unite non solo dall’impegno pastorale di mons. Castellucci, ma sperimenteranno di essere entrambe nell’unica corrente di uno stesso torrente di grazia. La messa Crismale sarà così il sigillo della primissima fase dell’unificazione delle due Diocesi chiesta dalla Santa Sede”. “Un cammino importante – si legge nell’editoriale – anche se l’aspetto decisivo sarà l’unificazione concreta della comunione delle due Chiese-diocesi, in vista di un’unica evangelizzazione e di una coerente missione pastorale che colleghi organicamente il meglio dei due vissuti specifici, prima separati”. Da qui in poi, ammette mons. Manicardi “occorreranno passi molto più coraggiosi anche perché si notano incipienti, possibili disagi. Il cammino fatto finora ha visto in campo, per ora, solo qualche autorevole ecclesiastico e qualche laico di accompagnamento e qualcuno comincia a desiderare una partecipazione meno simbolica e, come si dice, più ‘dal basso’. La futura unificazione – sottolinea il vicario – ha bisogno di una intensa collaborazione, certo dei sacerdoti, ma occorre anche che il laicato dia il suo apporto con la propria fantasia specifica. Per ora si muovono solo le due linee amministrativa e dell’organizzazione pastorale, mentre non è stato possibile pensare qualcosa di operativo a livello di fragilità, carità, dialogo ed ecumenismo”. Tante le domande poste da mons. Manicardi, a cominciare dal coinvolgimento dei fratelli delle Chiese dell’ortodossia e dall’individuazioni di alcune interlocuzioni esterne “forse possibili”. Intanto sul terreno rimane “il non lieve problema di come articolare la futura economia dell’unica diocesi e dei suoi cinque diversissimi vicariati, due dei quali con al centro una città: la prima è la città capoluogo di provincia e la seconda una città tutt’altro che irrilevante nel panorama italiano”. “Vivremo, dunque, una messa Crismale che sigilla importanti passaggi della nostra Chiesa (o delle nostre ex-due Chiese), ma che soprattutto – è la conclusione – ci spalanca la soglia di un futuro complesso e affascinante”.

 

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