Terremoto Campi Flegrei: mons. Villano (Pozzuoli) al Sir, “siamo accanto alla gente e soprattutto ai più deboli. Fondamentale fare rete con le Istituzioni per dare risposte alla popolazione”

(Foto: pagina Facebook diocesi di Pozzuoli)

“Dopo la scossa di stanotte, la preoccupazione della gente è giustificata, anche in virtù di un fenomeno che è in evoluzione continua. Non si possono prevedere termini temporali in cui il fenomeno potrebbe finire, ma posso dire che noi come Chiesa ci siamo, siamo accanto alle persone. Stiamo insieme: in questi momenti la stessa comunità è chiamata a ricompattarsi, ma soprattutto a proteggere e stare accanto ai soggetti più deboli. Pur comprendendo la difficoltà di tutti, penso che i soggetti più deboli siano i bambini, le persone anziane, coloro che non possono muoversi dai loro appartamenti: soprattutto a loro va la nostra vicinanza. Ai nostri parroci, ai nostri sacerdoti chiedo di stare vicino alla gente”. Lo dice al Sir mons. Carlo Villano, vescovo di Pozzuoli, nel cui territorio diocesano ricadono i Campi Flegrei, dopo la scossa di stanotte di magnitudo 4.4. Il presule è impegnato in questi giorni negli Esercizi spirituali con gli altri vescovi della Conferenza episcopale campana, a Castellammare di Stabia. “Il prolungarsi del fenomeno – aggiunge mons. Villano – sta mettendo alla prova la popolazione in maniera molto seria e molto dura. Parlando con le persone, il sentimento comune di tutto è come se si vivesse in uno stato di sospensione. Qualcuno mi diceva che anche nei momenti di calma si resta in allerta in attesa della prossima scossa. Questo vuol dire che anche a livello mentale si è toccati seriamente: iniziano a esserci segni di preoccupazione e di cedimento”. Il vescovo ricorda: “L’anno scorso, tramite un’associazione, abbiamo messo a disposizione un pool di psicologi per aiutare le persone a superare questo momento difficile. Non avere termini temporali: credo sia questo che ci mette a dura prova. Per questo dico che la nostra capacità di stare insieme, di essere prossimi ai soggetti più deboli possa essere una delle risposte importanti”. Anche questa volta, precisa il presule, “la Caritas sarà in campo, come lo è stata in passato, ma credo che noi dobbiamo stare in campo entrando in una rete di aiuto alla popolazione. Da soli si può fare poco, ma se ci mettiamo insieme anche con le Istituzioni presenti sul territorio, penso alla Protezione civile e ad altri enti anche caritativi, e ci diamo una mano vicendevolmente, siamo di sostegno a tutti e possiamo dare una risposta alla popolazione. Da soli non si va da nessuna parte, la forza viene dalla rete. Come ci dice il Papa sempre, nessuno si salva da solo, anche perché la situazione è così seria e talmente complessa che pensare di agire da soli è fuori luogo in questo momento”.

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