Diocesi: San Marco Argentano, mons. Staglianò al convegno “Vero Dio e vero Uomo”. “Ridare ai credenti consapevolezza che dal Vangelo hanno un vero sapere”

“La grande opera che dobbiamo fare per comunicare il sapere della fede è ridare ai credenti la consapevolezza che quello che sanno a partire dalla fede nel Vangelo di Gesù è un vero sapere, un sapere della realtà, non è un mito o una favola, perché è il sapere dell’amore, l’unica vera realtà o energia che ci fa tirare fuori dalla morte”. Lo ha detto ieri mons. Antonio Staglianò, presidente della Pontificia Accademia di Teologia, intervenendo a Cetraro (Cs) all’incontro “Vero Dio e vero Uomo”, a 1.700 anni dal Concilio di Nicea, organizzato dalla diocesi di San Marco Argentano-Scalea. Per l’occasione il presule, di origini calabresi, ha proposto il suo ultimo volume “Lettera teologica al Papa”. “Il Concilio di Nicea difese la fede contro gli eretici, oggi la dobbiamo difendere contro la barbarie del volto umano in cui i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più immiseriti”, la prima riflessione del vescovo, che ha più volte richiamato alla necessità attuale di “un pensare teologico” e di “cenacoli teologici” per affrontare le urgenze del tempo presente. Per mons. Staglianò, che ha citato l’enciclica Dilexit Nos di Papa Francesco, oggi dovremmo “difenderci dal cattolicesimo convenzionale che ha ridotto la fede cristiana a una pratica religiosa che rischia di non avere attinenza con la carne umana”. Al contrario, a partire dalla vicenda umano-divina di Gesù, “il cristianesimo splende e vive nella bellezza di corpi umani che, impegnati in una relazione di cura, mostrano la bellezza dell’umanità creata da Dio nella immagine e somiglianza del Figlio”. Le conclusioni dell’incontro sono state affidate a mons. Rega, vescovo di San Marco Argentano-Scalea.

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