“Attingete alla tradizione ma preparate il futuro; un futuro nel quale i giovani saranno chiamati ad affrontare sempre nuove sfide, specie nel campo della promozione della giustizia sociale e retributiva, che caratterizza la vostra missione, per impedire che i più forti prevalgano sui più deboli. Ma il vostro impegno si proietta anche in azioni di soccorso nei confronti di coloro che sono vittime di emergenze e calamità naturali, come pure di violenze e persecuzioni”. Lo ha detto l’arcivescovo ordinario militare per l’Italia (Omi), mons. Santo Marcianò, celebrando ieri a Bergamo i 40 anni di presenza della Accademia della Guardia di Finanza, una ricorrenza che si va a inscrivere nelle più ampie celebrazioni del 250° anniversario di fondazione dell’Arma. Marcianò ha ricordato “il clima di guerra che è prepotentemente tornato a sconvolgere la convivenza tra popoli e Nazioni” ma, ha sottolineato, “c’è uno sconvolgimento e c’è una liberazione. Ci sono i drammi personali e sociali, le ingiustizie e l’illegalità, il moltiplicarsi della violenza e di ogni forma di guerra… ci sono, in una parola, i mali contro cui voi stessi lottate. Ma dobbiamo ‘alzare il capo’, rialzarci, proprio quando ci sentiamo schiacciati, rassicura Gesù. In una parola: dobbiamo sperare!”. L’arcivescovo ha avvertito anche dei pericoli della cancellazione della memoria che è una delle “tante ragioni e follie che possono motivare la guerra. La memoria è l’antidoto a questo drammatico errore”. La memoria, ha detto rivolgendosi agli allievi dell’Accademia, “serve proprio a capire il grande contributo alla giustizia e alla pace dato da coloro che vi hanno preceduto e conferma come la violenza non si superi con altra violenza ma seminando la giustizia, il bene, il servizio. E in questa celebrazione, la memoria serve a cogliere, nella storia dell’Accademia della Guardia di Finanza, il compito dell’educazione alla giustizia e alla pace, nella quale è incluso anche il dovere e il compito di trasmettere la memoria”. “L’Accademia – ha concluso – è luogo di questa speranza. Non dimenticatelo: Dio non potrebbe trionfare nell’amore senza il nostro contributo. Così, il servizio a cui vi preparate, per amore degli altri, testimonia la presenza di Dio e quella che è e sarà la Sua vittoria sull’ingiustizia, la violenza, la guerra, costruendo così un presente e un futuro di pace per l’umanità”.